Come Allegri ha riconquistato i tifosi della Juve: dai giovani al gruppo, tutti i segreti. – La Juve vince e convince anche in Coppa Italia. La squadra bianconera ha sconfitto per 4-0 un Frosinone sì con le seconde linee, ma che ci ha provato. A decidere l’incontro una tripletta di Arkadiusz Milik, “riserva di lusso” come spesso è stata definita dai tifosi della Juventus. Con questo trionfo, i bianconeri si qualificano per le semifinali di Coppa Italia, dove affronteranno la Lazio dell’ex Maurizio Sarri. A metà gara, complici anche le 400 panchine in bianconero, i tifosi della Juventus hanno applaudito ed esaltato con diversi cori Massimiliano Allegri. È la prima volta in cui – durante l’Allegri bis – i tifosi lo acclamano con convinzione. L’allenatore toscano è stato infatti spesso criticato, accusato di non far giocare bene la Juve.
A oggi, però, i numeri dicono che i bianconeri sono dietro soltanto all’Inter in Serie A e in semifinale di Coppa Italia. Ma come Massimiliano Allegri si è ripreso la Juve e i tifosi bianconeri? Dai tanti giovani lanciati e valorizzati all’ottima gestione e compattezza del gruppo, passando per giocatori rigenerati come lo stesso Milik e soprattutto Weston McKennie.
Come Allegri si è ripreso i tifosi della Juve
“Massimiliano Allegri oh oh oh”, un coro semplice, ma significativo. I tifosi della Juve, dopo il gol del 3-0 di Milik, si sono resi protagonisti all’Allianz Stadium di un momento di acclamazione nei confronti di Massimiliano Allegri, allenatore bianconero (le sue parole nel post gara). Probabilmente un momento per esaltarne le 400 panchine in bianconero, ma anche un modo per riavvicinarsi definitivamente all’allenatore che tante soddisfazioni ha dato alla Torino juventina. Il primo Allegri, che ha chiuso l’avventura con cinque scudetti e due finali di Champions League giocate, aveva messo (quasi) tutti d’accordo. L’Allegri-bis meno. Dopo un entusiasmo iniziale per il suo ritorno, l’allenatore toscano è stato spesso criticato, accusato di non far giocare bene la Juve. I numeri hanno però rimesso d’accordo gran parte del tifo bianconero.
Ma come Allegri è riuscito nell’impresa? In primis lanciando diversi giovani, valorizzandoli sia in ottica cessione (e dunque monetizzazione), sia in ottica prima squadra. Da Miretti a Fagioli, passando per Iling jr, Nicolussi Caviglia, Nonge, Yildiz e tanti altri. Sono diversi i ragazzi cresciuti e valorizzati da Allegri. Un patrimonio sicuramente importante per la Juve, grazie anche all’ottimo lavoro fatto dal progetto Next Gen, che sta continuando a dare diverse soddisfazioni. Giovani, valorizzazione, ma non solo. Dietro al lavoro di Max Allegri c’è altro.
Il gruppo e le “riserve” di lusso
La forza delle squadre di Massimiliano Allegri è sempre stata la compattezza del gruppo, l’unione dentro e fuori dal campo. Lo si nota dai risultati ottenuti lo scorso anno dalla squadra in mezzo al casino penalizzazione, ma anche in campo. “Far gol alla Juve è difficile” è una frase ricorrente negli ultimi tempi e i numeri dicono, però, che è la realtà. Inter esclusa, la Juve è la squadra che ha subito meno gol in Italia (12) e anche una big come quella di Simone Inzaghi ha faticato a trovare la via della rete nello scontro diretto, terminato 1-1 ma con poche occasioni da gol.
Gruppo che si vede anche dall’atteggiamento in campo delle “riserve”. Guai a dirlo a Milik, che ha più volte dichiarato di non sentirsi una riserva e che anche Allegri non lo considera tale. Le sue qualità tecniche non si discutono, ma l’apporto che Milik sta dando è da top. Una tripletta contro il Frosinone (il resoconto del match), due gol in Serie A ma anche tanti problemi fisici. La sensazione è che Arkadiusz Milik sia più di una riserva di Vlahovic. E poi c’è Weston McKennie. In estate sembrava un esubero, doveva essere ceduto e invece ha riconquistato Allegri. Come? Con spirito di abnegazione, sacrificio, duttilità (spesso ricopre il ruolo di esterno) e anche buone qualità tecniche. Basta vedere la sua versione in Coppa Italia: tre assist e grandi, grandissime giocate.