Charlotte Gainsbourg e Ben Attal interpretano i ruoli principali nel film “L’accusa”, in onda questa sera alle 21.20 su Rai 3. La trama si concentra su un giovane accusato di stupro dalla figlia del nuovo compagno di sua madre, dando il via a un vero e proprio incubo che provocherà la disintegrazione dei legami familiari.

Come finisce “L’accusa”?

Jean Farel (interpretato da Pierre Arditi), conduttore televisivo, e l’ex moglie Claire (Charlotte Gainsbourg), un’intellettuale e fervente femminista, sono separati da tempo e condividono un figlio, Alexandre (Ben Attal), uno studente modello di ingegneria presso l’Università di Stanford negli Stati Uniti. La vita prende una svolta inaspettata quando il nuovo compagno di Claire, Adam Wizman (Mathieu Kassovitz), e la sua figlia Mila (Suzanne Jouannet) diventano parte della loro realtà.

Tutto inizia quando Alexandre, tornato a Parigi per una cerimonia in onore del padre, conosce Mila durante una serata post-cena. La situazione si complica drasticamente quando Alexandre, la mattina successiva, viene arrestato con l’accusa di aver violentato Mila. Pur affermando con fermezza la sua innocenza, Alexandre si ritrova coinvolto in una rete di accuse che coinvolge le rispettive famiglie e attira l’attenzione dei media.

L’arresto di Alexandre diventa un evento di portata nazionale, dividendo l’opinione pubblica tra vittima e accusato. I rapporti familiari iniziano a sgretolarsi, in particolare tra Claire e Adam, le cui opinioni divergenti mettono a dura prova il loro rapporto. Il padre di Alexandre, Jean, mostra un atteggiamento duro e scettico nei confronti della storia, ritenendo Mila una “pazza” in cerca di attenzioni. Tuttavia, con il procedere della vicenda, Claire inizia a dubitare dell’innocenza del figlio.

Il processo rivela dettagli sconvolgenti della notte in questione, con Mila e Alexandre che forniscono versioni contrastanti degli eventi. La vittima sostiene di essere stata costretta da Alexandre, che aveva un coltello, mentre l’accusato afferma che si trattava di un incontro consensuale. Emergono anche verità nascoste delle rispettive famiglie, alimentando tensioni che conducono a un finale sorprendente.

Significato del film

Il contesto del film si sviluppa intorno ai due protagonisti, giovani divisi non solo dall’età o dallo status sociale, ma soprattutto dalle loro esperienze di vita, dal rapporto con la sessualità e dalle dinamiche familiari. Questi due personaggi rappresentano diversi approcci al dramma dello stupro, esplorando le incertezze legate ai casi più complessi, dove la mancanza di comprensione, l’egoismo e la remissione complicano ulteriormente la situazione.

L’incomunicabilità tra i sessi, e più ampiamente tra gli esseri umani, emerge come tema centrale, riflettendo non solo sulla sfera sessuale ma anche su quella esistenziale. La violenza è presentata come il risultato di una mancanza di empatia, che a sua volta scaturisce dalla mancanza di comunicazione e dall’egoismo radicato in percorsi personali.

Il film esplora la ricerca di soddisfare istinti sessuali e ottenere il riconoscimento sociale, creando un universo maschile fragile, egoista e narcisista. Dall’altra parte, emerge un universo femminile altrettanto confuso e incerto. Il film condanna la violenza e la prevaricazione, difendendo il diritto di dire “no”. Tuttavia, pone l’accento sull’esplorazione del non-dire “no” come effetto di una cultura, di un modo di agire e di una mancanza di coscienza individuale.

“L’accusa” sfida lo spettatore a non prendere una delle due parti, mostrando che Mila non è colpevole di nulla ma ha sofferto, mentre l’accusato esprime un’enorme incertezza e lega le sue azioni a una mancanza di moralità. Il film tocca il tema dello scontro tra legge e morale, interpretazione e oggettività, pur non approfondendo completamente queste dinamiche.

Emergono anche lo scontro generazionale e la riflessione sulla cultura di massa e letteraria, inclusa la cancel culture e il dibattito sull’osceno e il permesso. Alla fine, il film evidenzia la tragica incapacità contemporanea di discutere apertamente proponendo una rivoluzione etica e morale che abbracci una comprensione più ampia delle diverse visioni degli eventi.