Morgan Algeri e Tiziana Tozzo avrebbero fatto di tutto per salvarsi, dopo essere precipitati con la loro auto nel lago di Como: lo ha messo in evidenza la relazione stilata al termine delle indagini dai sommozzatori dei vigili del fuoco, depositata nelle scorse ore in Procura.
Morgan Algeri e Tiziana Tozzo morti nel lago di Como: la ricostruzione dei vigili del fuoco
I fatti risalgono al 6 gennaio scorso. Morgan Algeri e Tiziana Tozzo erano da poco risaliti sulla Mercedes guidata dal 38enne dopo aver trascorso insieme la serata, quando l’auto aveva fatto un balzo in avanti, salendo sul marciapiede e sfondando la ringhiera del lungolago di Como, precipitando in acqua.
A dare l’allarme, chiamando i soccorsi, erano stati dei ragazzi che avevano assistito alla scena. Qualche ora dopo i sommozzatori avevano trovato i loro corpi fuori dall’abitacolo, a circa 15 metri di profondità, ipotizzando che l’uomo, esperto pilota d’aerei, avesse messo in atto tutte le procedure imparate nel caso di un incidente aereo finito con l’inabissamento del mezzo.
Circostanza che è stata ora confermata dalla relazione che i vigili del fuoco hanno depositato al termine delle indagini alla Procura di Como: i due avrebbero provato in tutti i modi a mettersi in salvo. Dopo essere riusciti ad aprire la portiera del conducente, sfilandosi le cinture di sicurezza, aprendo il finestrino per abbassare la pressione e uscendo dall’auto, non sarebbero riusciti a risalire abbastanza velocemente in superficie, morendo annegati.
Si erano conosciuti sui social. Poi, dopo un mese di contatti avuti online, avevano deciso di incontrarsi per andare a cena. Lui viveva a Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo; la 45enne a Cantù, insieme al figlio di 14 anni, cresciuto da sola. In tanti, negli scorsi giorni, hanno dedicato loro messaggi di affetto, ricordandoli e dicendosi sconvolti per l’accaduto.
Disposti nuovi accertamenti per fare luce sull’incidente
Il sostituto procuratore di Como Giuseppe Rose, titolare delle indagini riguardanti l’incidente mortale, disporrà nelle prossime ore l’autopsia sui corpi di entrambi. Il medico-legale incaricato dovrà a quel punto fare luce su cosa sia avvenuto negli attimi successivi alla loro uscita dall’auto.
Nel frattempo nuovi accertamenti verranno condotti anche sulla Mercedes “incriminata”. L’obiettivo è capire se alla base dell’incidente possa esserci un malfunzionamento, un guasto meccanico. Sembra infatti che l’auto, presa con un noleggio a lungo termine, stesse dando qualche problema ad Algeri, soprattutto in fase di accensione.
Lo ha riferito agli inquirenti l’ex fidanzata, sostenendo che il 38enne gliene avesse parlato. Il legale che assiste la sua famiglia, l’avvocato Giovanni Giorgino, ha fatto sapere che faranno tutto il possibile per cercare di dare una risposta ai tanti interrogativi che avvolgono la vicenda.
Da Mercedes fanno sapere, intanto, che, essendoci un’indagine in corso, “non possono dare giudizi o commenti sul veicolo coinvolto nell’incidente” ma che, al momento opportuno, metteranno a disposizione dell’autorità giudiziaria tutta “l’expertise dell’azienda“.
A Brembate una fiaccolata in memoria di Morgan Algeri
In centinaia ieri, 10 gennaio, hanno preso parte alla fiaccolata organizzata dal Comune di Brembate – salito alla ribalta delle cronache per l’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio – in memoria di Morgan Algeri, sfilando silenziosamente per le vie del paese.
In un primo momento si era ipotizzato che l’uomo potesse aver accusato un malore. È più probabile che sia stato un guasto dell’auto, però, a provocare l’incidente. Perché di un incidente si tratta: la pista del gesto estremo – avanzata con poca convinzione nella prima fase delle indagini – è stata infatti esclusa una volta per tutte.