La canzone Marinella è una storia vera? Ecco tutti i dettagli e la verità sul caso di cronaca raccontato da Fabrizio De André in uno dei suoi pezzi più famosi e amati dal pubblico.
La canzone Marinella è una storia vera?
“La canzone di Marinella” è un brano di Fabrizio De Andrè uscito nel 1964 come “Valzer per un amore/La canzone di Marinella” prodotto dalla casa discografica Karim, arrangiato insieme a Gina Piero Reverberi. Rappresenta uno dei maggiori successi del cantautore genovese. Molti si chiedono se racconti una storia vera, dopo 25 anni dalla scomparsa dell’illustre cantante (per l’omaggio all’artista è prevista una ristampa dei suoi dischi nel 2024).
De André ha scritto il brano nel 1962 ispirandosi ad un fatto di cronaca realmente accaduto di cui era venuto a conoscenza tramite i giornali; probabilmente trattato nella Gazzetta del Popolo il 29 gennaio 1953, in cui si parlava di una giovane di nome Maria, uccisa e gettata nel fiume Olona.
In un’ intervista rilasciata al giornalista Vincenzo Mollica nel 1997, l’autore rivelò i dettagli sulla nascita della canzone:
“È nata da una specie di romanzo familiare applicato ad una ragazza che a 16 anni si era trovata a fare la prostituta ed era stata scaraventata nel Tanaro o nella Bormida da un delinquente. Un fatto di cronaca nera che avevo letto a quindici anni su un giornale di provincia. La storia di quella ragazza mi aveva talmente emozionato che ho cercato di reinventarle una vita e di addolcirle la morte”.
Il caso di cronaca che ha ispirato la canzone
“La canzone di Marinella” è la canzone in cui De André racconta un caso di cronaca realmente accaduto: racconta la storia di Maria Boccuzzi, una ragazza il cui cadavere fu ritrovato nel fiume Olona, tra Rho e Milano. Il corpo della giovane, di cui i giornali parlavano come una ballerina, anche una prostituta, fu colpito da una serie di colpi d’arma da fuoco.
Il caso resta tutt’ora irrisolto e ai tempi il fatto di cronaca sconvolse l’Italia intera. La notte del 28 gennaio 1953 Maria fu uccisa a revolverate e probabilmente venne spinta già nel fiume dell’Olona ancora in agonia.
Per l’omicidio vennero indagati Soresi e Citti, due uomini a cui la ragazza si lego nel corso della sua vita e che la avviarono alla prostituzione. A loro carico non furono raccolte abbastanza prove per procedere all’incriminazione.
Tempo dopo spuntò fuori la testimonianza di un agente di sicurezza che, nella notte in cui fu consumato l’omicidio, sulla riva del fiume dove venne poi ritrovato il cadavere di Maria, notò un’auto al cui interno una ragazza urlava mentre cercava di liberarsi dall’uomo alla guida della vettura.
La storia di Maria: chi era la “Marinella” di De André?
Le notizie sull’identità e la vita della ragazza riportano che era nata l’8 ottobre 1920 a Radicena, un piccolo paesino della Calabria, da una famiglia di contadini, con cui emigrò al nord, a Milano, per cercare fortuna.
Nel 1934 la giovane trovò un’occupazione e si innamorò di uno studente universitario di nome Mario cui s’innamorò. La relazione tra i due non era ben vista dalla famiglia di lei: Maria si licenziò e decise di scappare insieme all’amato.
La coppia, dopo varie peripezie causate dalla difficoltà economiche, dopo appena un anno vede naufragare il proprio futuro: i due si allontanarono. Ritrovatasi senza una lavoro e senza una casa, Maria Boccuzzi decise di intraprendere la carriera di ballerina di varietà con il nome d’arte di “Mary Pirimpò”. In quegli anni conobbe Luigi Citti detto “Jimmy”, un noto viveur della vita notturna e dei locali milanesi, con cui alla fine iniziò una relazione clandestina.
Poco tempo dopo la ragazza si legò a Carlo Soresi, conosciuto come “Carlone”, un protettore che poertò Maria a diventare una prostituta. Umiliazioni, minacce, violenze: la vita della ragazza si trasformò in un incubo. Iniziò a prostituirsi in una casa chiusa, prima in provincia di Torino, poi a Firenze. In fine fece ritorn a Milano, dove concedeva piacere lungo i viali dell’Olona.
Il testo della canzone
Questa di Marinella è la storia vera
che scivolò nel fiume a primavera
ma il vento che la vide così bella
dal fiume la portò sopra a una stellaSola senza il ricordo di un dolore
vivevi senza il sogno di un amore
ma un re senza corona e senza scorta
bussò tre volte un giorno alla tua porta
Bianco come la luna il suo cappello
come l’amore rosso il suo mantello
tu lo seguisti senza una ragione
come un ragazzo segue l’aquiloneE c’era il sole e avevi gli occhi belli
lui ti baciò le labbra ed i capelli
c’era la luna e avevi gli occhi stanchi
lui pose le sue mani sui tuoi fianchiFurono baci, furono sorrisi
poi furono soltanto i fiordalisi
che videro con gli occhi delle stelle
fremere al vento e ai baci la tua pelleDicono poi che mentre ritornavi
nel fiume chissà come scivolavi
e lui che non ti volle creder morta
bussò cent’anni ancora alla tua portaQuesta è la tua canzone Marinella
che sei volata in cielo su una stella
e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno, come le rose
e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno come le rose