Della grandezza di Arnoldo Foà come attore tutti ne sono a conoscenza, ma che fosse massone del Grande Oriente d’Italia pochi lo sanno ed è giusto ricordarlo proprio oggi, 11 gennaio, nel decimo anniversario della morte. Nel 2017 ho avuto l’onore di consegnare alla figlia l’onorificenza Giordano Bruno alla memoria mentre scorrevano le immagini di Foà che recitava la celebre poesia “If” di Kipling.
La “voce di Dio” apparteneva alla massoneria
Questo intellettuale straordinario, che con la sua passione civile ha dato lustro alla nostra patria, era stato iniziato nel 1947 nella loggia Alto Adige di Roma. Attore di cinema e teatro, scultore, pittore, amava definirsi semplicemente pensatore. Ebreo, sfuggì alle leggi razziali e fu proprio lui ad annunciare l’Armistizio dell’8 settembre del 1943 alla Radio degli alleati. Fu la sua voce a dare l’annuncio all’Italia, una voce inconfondibile, che passerà alla storia del cinema come la “voce di Dio”, che Foà doppiò infatti nel colossal “La Bibbia” di John Houston. Esponente di quella schiera di personaggi dello spettacolo, come Gino Cervi e Totò per citarne alcuni, che avevano cercato e trovato proprio nella massoneria un’ ancora spirituale ed esistenziale, loro che per il mestiere di attore erano costretti a navigare fra tante vite diverse, entrando ed uscendo da un personaggio all’altro.
Stefano Bisi