Riscatto laurea 2024, ecco cosa c’è da sapere per avvicinare la pensione pagando per gli anni di studi universitari a seconda della durata del corso. Affinché si faccia la scelta di riscattare gli anni di laurea è necessario tener presente di tutte le variabili che possono incidere su quello che può essere considerato un vero e proprio investimento. Ad esempio, di quando si avvicina la pensione, oppure di quanto aumenta l’assegno mensile. Occorre, tuttavia, tener conto anche del costo dell’operazione.
A monte di tutti i ragionamenti, tuttavia, vi è la disciplina generale del riscatto della laurea ai fini della pensione. Infatti, il modo in cui si riscattano gli anni di studi universitari determinano anche gli effetti sull’assegno futuro di pensione. Le regole del riscatto, inoltre, determinano quali siano i periodi che si possono riscattare, anche in base al sistema previdenziale di appartenenza o al tipo di lavoro – autonomo o alle dipendenze – svolto.
Riscatto laurea 2024, cosa c’è da sapere per avvicinare la pensione?
Il riscatto della laurea consentirà, anche nel 2024, di disporre di uno degli strumenti maggiormente usato per incrementare il proprio montante dei contributi e arrivare prima alla pensione. I vantaggi che comporta il riscatto della laurea consentono, quindi, non solo di anticipare il traguardo della pensione, ma anche di aumentarne l’importo mensile rispetto alla mancata valorizzazione degli anni di studio universitari.
A tal proposito, è utile specificare che vari elementi del riscatto fanno in modo che si ottengano effetti differenti sull’assegno di pensione futuro, oltre che su quale sarà la spesa da sostenere per effettuare l’operazione. Ad esempio, se la scelta è quella di spendere meno per l’investimento, optando per il riscatto agevolato della laurea, è utile tenere presente che, per gli anni universitari da riscattare prima del 1996, l’opzione è consentita solo se si accetta di andare in pensione con il ricalcolo del sistema contributivo puro. Ciò significa che si abbandonano i vantaggi del sistema retributivo o misto e che si dovranno escludere alcune formule di pensione.
Riscatto laurea 2024, quali sono i periodi utili ai fini della pensione?
Da questo punto di vista, dunque, scegliere il riscatto della laurea comporta un’attenta valutazione dei vantaggi e dei rischi, di ciò che è consentito di fare e di quali sino le conseguenze ai fini della riduzione degli anni di lavoro. Si precisa, inoltre, che gli anni oggetto di riscatto sono quelli riconosciuti legalmente dal corso di laurea. Lo ha chiarito il decreto legislativo numero 184 del 1997 ricordando che gli anni di studio fuori dal numero legale previsto (gli anni fuori corso) non possono essere oggetto di riscatto. Il periodo di riscatto, inoltre, deve collocarsi con esattezza durante gli anni effettivi di studio universitario.
Ciò determina una grossa differenza ai fini dei periodi che l’Inps consente di riscattare. Tenendo presente che, ai fini del riscatto, è necessario considerare il periodo che va dal 1° novembre dell’anno in cui si inizi l’università al 31 ottobre dell’ultimo anno di corso legale del titolo di laurea, si può fare l’esempio di un contribuente che si sia iscritto all’università nell’anno 2000 in un corso di laurea di quattro anni. La durata da considerare comprende, quindi, il periodo che va dal 1° novembre 2000 al 31 ottobre 2004.
Quali gestioni pensionistiche possono beneficiare dei riscatti?
In merito ai titoli che possono essere oggetto di riscatto, sono valorizzabili tutte le lauree dai tre anni in su – magistrale, a ciclo unico e specialistica – i diplomi di specializzazione e i dottorati di ricerca. Non posso essere riscattati i master, mentre per i titoli conseguiti fuori dall’Italia è necessario far riferimento a quanto prevede il Dpr 189 del 2009.
Per quanto concerne gli effetti del riscatto, è necessario avere almeno un contributo versato nella gestione verso la quale saranno accreditati gli anni universitari. Pertanto, vanno bene tutte le gestioni pensionistiche relative ai lavoratori autonomi (Gestione separata dell’Inps per studi collocati dopo il 1996), dipendenti (pubblici e privati) commercianti, artigiani e coltivatori diretti e iscritti ai fondi esclusivi.