La finanza decentralizzata continua ad arricchirsi di progetti che si propongono di offrire buone opportunità d’investimento ai propri utenti. Tra quelli che stanno cercando di mettersi in evidenza, c’è anche Radiant Capital, un protocollo che consente di prendere in prestito asset cross-chain e di guadagnare interessi.
Operante sulle reti Arbitrum e BNB Chain, il progetto ha richiamato decine di migliaia di investitori e superato audit che ne attestano il notevole livello di sicurezza. Andiamo quindi a osservarlo più da vicino, per cercare di comprenderne meglio la reale validità e le opportunità che è in grado di offrire ai suoi utenti.
Cos’è Radiant Capital
Radiant Capital è un protocollo DeFi che rende possibile ai propri utenti guadagnare interessi e prendere in prestito asset su diverse blockchain. A guidare la piattaforma è una DAO (Decentralized Autonomous Organization), con un obiettivo di fondo ben preciso: consolidare la liquidità dei mercati monetari Web3 all’interno di un unico protocollo, semplice da utilizzare ed efficiente.
Per quanto concerne la sicurezza, è da sottolineare come Radiant Capital abbia già superato una lunga serie di audit condotti da aziende leader del settore. Un biglietto da visita che, almeno stando alle dichiarazioni provenienti dall’interno dell’azienda, consente al progetto di proporsi come un possibile protagonista della nuova fase di Internet e, in particolare, della finanza decentralizzata.
In pratica, la piattaforma è un money market che trae chiara ispirazione da Aave, lanciato sulla Binance Smart Chain e su Arbitrum, avendo alla base la tecnologia Layer Zero. Al suo interno gli utenti possono prendere in prestito asset, a partire da USDC, DAI, ETH e USDT, oppure figurare come liquidity provider, fornitori di liquidità.
Per ognuno degli asset in questione viene fissato un interesse da versare per poterlo prendere in prestito, o da ricevere se si intende invece depositarlo. Se si opta per il ricevimento di token RDNT, nativi della rete, è però possibile spuntare interessi maggiori. Chi vuole procurarsi una rendita passiva può inoltre mettere in staking gli RDNT ricevuti, ottenendo in cambio ETH, WBTC e stablecoin, cui si aggiungono le commissioni maturate dalla piattaforma.
Il periodo di blocco dura da uno a dodici mesi. Occorre però ricordare che le richieste di maturazione anticipata comportano una penale, che verrà distribuita alla riserva DAO e alla tesoreria.
La recente violazione della sicurezza propone dubbi su Radiant Capital
Come abbiamo detto in precedenza, Radiant Capital si propone come un protocollo assolutamente sicuro. Nella realtà, però, è stato oggetto di un attacco a seguito del quale sono stati sottratti oltre 4,5 milioni di dollari in ETH.
Una violazione che ha reso necessaria la chiusura dei suoi mercati di prestito su Arbitrum, i quali sono poi stati riaperti su decisione del Radiant DAO Council dopo una revisione. L’operazione è stata condotta a termine da OpenZeppelin, ricercatori indipendenti di Ethereum e White Hats.
Nonostante la riapertura, resta ora da capire come l’episodio andrà a riverberarsi sulla reputazione di Radiant Capital. Occorrerà qualche settimana per cercare di capirlo meglio, ma nelle ore successive all’attacco hacking il token RDNT ha lasciato sul terreno il 19% del suo valore.
Le prospettive per il futuro
Naturalmente, l’attacco che abbiamo ricordato non segna certo la fine della storia di Radiant Capital. Molti altri protocolli sono stati presi di mira nel passato più o meno recente, a volte con perdite molto più estese, senza risentirne eccessivamente.
L’impressione è che il lavoro di sviluppo sia destinato a procedere nel corso dei prossimi mesi, in modo da mettere in assoluta sicurezza il protocollo. Una necessità resa ancora più evidente dal fatto che gli utenti mettono in gioco i loro asset, ad esempio con lo staking, e devono avere il massimo di garanzie in tema di sicurezza.
Al momento RDNT si trova al 295° posto nella classifica delle criptovalute, riferita alla capitalizzazione di mercato. Muovendosi in una nicchia di mercato sempre più popolata, deve fare i conti con un gran numero di progetti che si propongono lo stesso obiettivo, diventare un punto di riferimento per la DeFi. Le premesse per farlo sembrano abbastanza concrete, a patto di evitare altri passi falsi a livello di reputazione.