È arrivato oggi, nel tardo pomeriggio, l’ok da parte dell’Aula della Camera al decreto sul Piano Mattei. I voti favorevoli sono stati 169. I contrari 119. Con il via libera di Montecitorio – che segue a quello del Senato giunto nei giorni scorsi – il decreto viene convertito in legge.

Piano Mattei, arriva l’ok della Camera

Dopo la discussione generale a proposito del disegno di legge relativo al cosiddetto Piano Mattei (che era da approvare o meno entro il 14 gennaio 2024), la Camera dei deputati si è espressa e ha votato a favore.

L’approvazione è arrivata oggi, mercoledì 10 gennaio 2024, nel tardo pomeriggio. Il via libera tuttavia continua a suscitare non pochi dubbi dal momento che diversi deputati italiani si sono mostrati e si mostrano anche ora perplessi riguardo a determinati contenuti del piano e riguardo alle coperture finanziarie.

Lo scorso 4 gennaio la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel corso di una conferenza stampa, non si era sbilanciata riguardo al tema e aveva rimandato alla presentazione ufficiale del Piano Mattei eventuali aggiornamenti.

Il Senato comunque, già a dicembre, aveva dato l’ok, sempre tra politici che da una parte muovevano critiche e polemiche e politici dall’altra che invece si dicevano d’accordo con il Piano Mattei per affrontare la questione migranti.

Cosa prevede il piano?

La domanda che a questo punto tutti si pongono è una sola: per la precisione, che cos’è il Piano Mattei? Cosa prevede? In cosa consiste? E perché è così importante? Cerchiamo di fare chiarezza.

In primo luogo vi diciamo che si tratta di un progetto che riguarda in particolar modo gli Stati del continente africano.

Lo scopo è quello di promuovere lo sviluppo sociale ed economico in modo equo, sostenibile e soprattutto duraturo di tali Paesi. Il Governo italiano vuole anche cercare di prevenire le cause e i problemi che portano le persone che abitano in tali Stati ad emigrare illegalmente e irregolarmente in Italia (e non solo).

Proprio a questo proposito, per raggiungere gli scopi, il Consiglio dei ministri ha puntato e continua a puntare su una stretta collaborazione tra lo Stato italiano e i Paesi africani. Lo vuole fare anche attraverso il rafforzamento delle iniziative, sia pubbliche che private.

Per raggiungere – almeno in parte – i risultati sperati sono necessarie attività di cooperazione per lo sviluppo degli Stati del continente africano, di promozione, di investimenti. A queste si aggiungono tantissime operazioni che toccano il campo dell’istruzione, della formazione, della ricerca, dell’innovazione della salute, dell’agricoltura e della sicurezza alimentare.

E ancora il governo italiano guidato da Giorgia Meloni vuole garantire uno sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, in particolare quelle idriche ed energetiche, nei Paesi interessati. Vuole inoltre sostenere l’imprenditoria, soprattutto quella giovanile e quella femminile, promuovere l’occupazione, il turismo e la cultura.

Perché si chiama così?

Il piano prende il nome dal celeberrimo fondatore di Eni, Enrico Mattei. Un imprenditore che ha sicuramente segnato la storia del nostro Paese e che è scomparso in circostanze misteriose il 27 ottobre del 1962. Egli era rimasto coinvolto in un violento incidente aereo, poco prima dell’atterraggio, nelle campagne Pavesi.

Ma cosa c’entra Mattei con i migranti e con l’Africa? La risposta è molto semplice. Egli aveva ideato uno schema negli anni ’60. Schema che prevedeva una stretta collaborazione tra i vari protagonisti del mercato petrolifero di allora.

Le grandi compagnie, secondo l’imprenditore, dovevano costruire un rapporto concreto e diretto tra il Paese produttore e quello consumatore. La sua società, l’Eni, lasciava infatti a queste nazioni il ben 75% degli introiti.

Veniva così superata la regola del 50 e 50 che era stata utilizzata fino a quel momento. Ebbene, il governo ha preso spunto proprio da questo importante progetto e da questo uomo italiano che ha lasciato un segno indelebile in Italia.