Commemorazione Acca Larentia, ci sono cinque denunciati per apologia del fascismo. La questura di Roma ha trasmesso una prima informativa alla Procura in merito ai fatti avvenuti lo scorso 7 gennaio durante la manifestazione in ricordo delle tre giovani vittime di Fronte della Gioventù, Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, uccise nel 1978. Il reato ipotizzato è quello di apologia del fascismo.

Lo ha comunicato oggi il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi alla Camera dei Deputati.

Acca Larentia, informativa in Procura: cinque denunciati per apologia del fascismo

Nell’informativa preparata dalla questura si ipotizza il reato di apologia del fascismo a carico cinque esponenti di Casa Pound presenti alla manifestazione nel corso della quale – ricordiamo – i partecipanti hanno levato il braccio verso l’alto compiendo il cosiddetto saluto romano.

Una vicenda che ha suscitato indignazione e polemiche trasversali e che oggi è stata al centro di un question time a Montecitorio con il ministro dell’Interno, che ha fornito aggiornamenti in merito alle indagini in corso da parte degli agenti della questura capitolina.

“La commemorazione di quest’anno ha fatto registrare la presenza di mille persone. Meno rispetto al passato, quando si sono registrati numeri ben maggiori fino alle tremila presenza del 2018.”

Piantedosi ha sottolineato come le forze dell’ordine presenti alla manifestazione abbiano assicurato l’ordine pubblico consentendo lo svolgimento della stessa senza incidenti.

“La questura di Roma, a cui va il mio plauso, ha inviato una prima relazione all’autorità inquirente a cui seguiranno altre comunicazioni all’esito del riconoscimento e dell’identificazione dei presenti”.

L’interrogazione del Partito Democratico. Piantedosi: “Tradito lo spirito della commemorazione”

Il Ministro è stato chiamato a rispondere ad un’interrogazione a risposta immediata presentata dal Partito Democratico nel quale gli è stato chiesto quali iniziative che intende adottare “in relazione ai gravi fatti avvenuti” e in merito allo “scioglimento dei gruppi neofascisti che espressamente inneggiano al disciolto partito fascista o ne richiamano fedelmente simbologia e modalità”.

Il titolare del Viminale ha ribadito la sua condanna per i fatti accaduti dichiarando anche nell’aula di Montecitorio quanto già dichiarato ieri, 9 gennaio, nel corso dell’audizione in commissione antisemitismo.

“Lo spirito di commemorazione di tragedie così gravi è stato tradito dalla proposizione di simboli e gesta che rappresentano un’epoca condannata dalla storia. Ieri ho registrato una trasversale distanza da questi comportamenti che sono contrari alla nostra cultura democratica”

ha dichiarato Piantedosi.

In merito alle iniziative da porre in essere per lo scioglimento di organizzazioni di carattere eversivo il ministro ha parlato di “limitata casistica applicativa” sottolineando come neanche i governi di centrosinistra abbiano adottato iniziative in tal senso.

La risposta di Elly Schlein: “Continueremo a chiedere lo scioglimento delle organizzazioni neofasciste”

Risposta che non è piaciuta alla leader del PD Elly Schlein che, dichiarandosi insoddisfatta della risposta di Piantedosi, ha detto

“Non si può parlare di una casistica limitata e continueremo ad insistere perchè queste organizzazioni neofasciste vengano sciolte perché rappresentano un pericolo per la pubblica sicurezza.”

La segretaria del Partito Democratico ha poi attaccato la Presidente del consiglio Giorgia Meloni definendo “imbarazzante” il suo silenzio su quanto accaduto.

“Ad Acca Larentia abbiamo visto un paese in cui non ci riconosciamo. Alla Meloni bastavano dieci secondi per dichiararsi antifascista come la costituzione su cui ha giurato”.

La Schlein attacca, infine, anche il Presidente del Senato Ignazio La Russa per le sue dichiarazioni sul saluto romano.

“Avere un Presidente del Senato che cerca di legalizzare il saluto romano è un insulto a chi ha fatto la resistenza in questo paese. Sono le ambiguità di questa destra a preoccuparci”

ha concluso Schlein.