Sono ancora in valore di 10 miliardi di euro i lavori in superbonus 110% (o 90%, a seconda dei casi) da ultimare in Italia a inizio del 2024 e a rischio di arrivare a un contenzioso. I dati sono stati diramati dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) che ha certificato una situazione complessiva nella quale l’84,5 per cento dei lavori dei condomini ammessi alla detrazione fiscale sono arrivati alla conclusione.

Per oltre il 15 per cento degli interventi di efficientamento energetico e di ristrutturazione, dunque, è tempo di accelerare la chiusura dei cantieri, onde evitare possibili contenziosi che potrebbero scatenarsi da qui ai prossimi mesi tra committenti dei lavori (condomini) e imprese alle quali si sono affidati per gli interventi. 

Superbonus, ancora 10 mld di lavori da finire a inizio 2024: ecco chi rischia di arrivare a un contenzioso 

Arrivano notizie non confortanti sul superbonus dall’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile che formula mensilmente il report degli interventi effettuati e portanti a termine con agevolazione dei bonus edilizi.

A conclusione del 2023, anno nel quale sono state introdotte alcune novità dal decreto 212 del 29 dicembre scorso, emergono problematiche nella chiusura dei cantieri che potrebbero portare a situazioni di contenzioso.

Infatti, a fonte di oltre 102,681 miliardi di investimenti ammessi a detrazione su un totale di investimenti di oltre 104 miliardi di euro, il totale dei lavori ammessi a detrazione sono pari a 91 miliardi di euro, pari all’88,7 per cento.

Superbonus lavori contenzioso 2024, quali interventi sono in ritardo?

Di questi, la parte più consistente dei lavori di efficientamento energetico riguarda i condomini che hanno realizzato un totale di investimenti pari a circa 64,5 miliardi di euro, portandone a termine poco più di 54,327 miliardi di euro, pari all’84,5 per cento. 

Un buon 15% degli interventi nei condomini, pari a circa 10 miliardi di euro (da 54 a 64 miliardi di euro), dovrà essere completato per evitare possibili contenziosi tra i committenti dei lavori e le imprese esecutrici degli stessi. 

A livello regionale si possono scorgere le situazioni che necessitano di un’accelerata nella chiusura dei cantieri del superbonus. Chi ha usato maggiormente il bonus 110% o 90% è la regione Lombardia che ha portato in detrazione fiscale più di 13 miliardi di euro di interventi di efficientamento energetico e di ristrutturazioni nei condomini. Distanziata con la metà dei lavori in superbonus c’è l’Emilia Romagna (6,4 miliardi di lavori), poi il Lazio (5,8 miliardi) e la Campania (5,4 miliardi). 

In quali regioni gli interventi di efficientamento energetico con i bonus sono più indietro?

È proprio la regione campana a far registrare i maggiori ritardi nella chiusura dei lavori del superbonus. Infatti, in questa regione, deve essere completato il 22,7 per cento degli interventi di efficientamento energetico, per un totale di 1,2 miliardi di euro.

In termini percentuali, la situazione della Liguria è simile (22,40 per cento di lavori da finire), ma con un volume di interventi che corrisponde a 330 milioni di euro. Nel Lazio manca un quinto degli interventi (20,10 per cento), per un volume di interventi di 1,1 miliardi di euro. 

Contenziosi condomini e imprese per il superbonus: perché?

Situazioni di ritardo, dunque, che potrebbero sfociare in una lunga scia di contenziosi tra condomini e aziende incaricate di effettuare i lavori. E, in base a quanto potrebbe emergere, potrebbe essere depotenziato l’intervento del decreto 212 del 29 dicembre 2023 (atteso in Aula, alla commissione Finanze, il giorno 11 per l’iter di conversione in legge), che non ha previsto una proroga della scadenza con l’istituzione di un Sal straordinario al 31 dicembre 2023, ma è intervenuto fissando il divieto, per l’Agenzia delle entrate, di richiedere somme relative a superbonus già usati in caso di mancato completamento dei lavori (o di fallito aumento di due classi energetiche) e l’istituzione di un fondo per sostenere i condomini nel gap di percentuale dal 110% o 90% del 2023 al 70% del 2024.