Dopo i fatti di Acca Larentia del 7 gennaio 2024, si ritorna nuovamente a parlare di Apologia del fascismo: cos’è? Si tratta di un reato che è stato introdotto dalla Legge Scelba del 1952, la quale vieta la ricostituzione di un nuovo partito fascista.

C’è un’altra legge che rafforza e specifica ulteriormente quanto previsto dalla Legge Scelba: si tratta della legge Mancino del 1993. Ancora oggi si tratta del principale strumento legislativo per la repressione dei crimini d’odio e dell’incitamento all’odio.

Nel testo, spieghiamo cos’è l’Apologia del fascismo e quando scatta il reato per gesti come il saluto romano.

Cos’è e come funziona il reato di Apologia del fascismo

L’Apologia del fascismo è il reato introdotto dalla Legge Scelta del 20 giugno 1952, dal nome dell’allora ministro dell’Interno.

La norma attua la XII disposizione transitoria della Costituzione e vieta la ricostituzione di un nuovo partito fascista.

Per costituire carattere di reato, l’Apologia del fascismo deve consistere non tanto in una difesa elogiativa, quanto più in una esaltazione tale da poter condurre alla riorganizzazione del partito fascista.

In sostanza, deve determinare quel risultato e aver procurato il pericolo di una riorganizzazione del disciolto partito.

Quale reato introduce la Legge Scelba del 1952

Il reato di Apologia del fascismo è stato introdotto dalla Lagge Scelba, che vieta la riorganizzazione del disciolto partito fascista. Ma cosa vuol dire? Quando un gruppo di persone non inferiore a cinque, un’associazione oppure un movimento persegue finalità antidemocratiche del partito fascista.

Ma non solo. Vieta anche l’esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi del partito fascista oppure compie manifestazioni esteriori di carattere fascista.

Negli anni successi alla sua approvazione, la Legge Scelba fu utilizzata contro diversi esponenti del Movimento Sociale Italiano, ovvero quel partito fondato dai reduci del regime fascista.

Se verso di loro non c’era l’accusa di voler rifondare il partito fascista, invece, erano accusati di Apologia del fascismo, proprio in riferimento all’articolo 4 della Legge Scelba.

La Legge Scelba prevede anche delle pene per chi è coinvolto nella ricostituzione del disciolto partito fascista. La pena consiste nella reclusione da cinque a dodici anni, oltre che una multa.

Chi, invece, esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche e, quindi, commette il reato di Apologia del fascismo rischia la reclusione da sei mesi a due anni, in base all’articolo 4.

Il suddetto articolo è stato poi modificato dalla Legge Mancino del 1993, che prevede comunque la stessa pena.

Cos’è successo il 7 gennaio 2024

Il 7 gennaio 2024, militanti di estrema destra hanno ricordato tre esponenti del Fronte della Gioventù uccisi 46 anni fa. Dopo l’adunata con i saluti romani alla commemorazione per la strage di Acca Larentia si accende la polemica.

Cosa accadde nel 1978? Il 7 gennaio 1978 davanti quella sede del Movimento Sociale Italiano furono uccisi due attivisti del Fronte della Gioventù, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, mentre un terzo attivista, Stefano Recchioni, fu ucciso qualche ora dopo negli scontri con le forze dell’ordine nello stesso luogo.

Durante il consueto rituale commemorativo del rituale col saluto romano, un migliaio di camerati hanno urlato per tre volte “presente”, in ricordo dei militanti del Fronte della Gioventù uccisi nel 1978.

Fare il saluto romano è reato? Purtroppo, siamo ancora in fase di incertezza e il 18 gennaio 2024 arriverà il verdetto finale delle Sezioni Unite della Cassazione, chiamate a sciogliere ogni contrasto interpretativo sulla vicenda.

Fino ad oggi, infatti, le sentenze sono state molto discordanti e contrastanti. In alcuni casi, hanno anche portato all’assoluzione, mentre, in altri, alla condanna degli imputati.