Cairo post incontro Lega-FIGC: “Sembra che il governo ci voglia affossare”. – È un Urbano Cairo non banale quello all’uscita dell’incontro che si è tenuto oggi tra Lega e FIGC sulle riforme. Nello specifico, il presidente del Torino è stato come sempre non banale sulla situazione del calcio e del mancato aiuto del governo verso lo stesso.

Sembra quasi che ci sia una volontà da parte del governo di affossare il calcio. Lo stato non dà il minimo aiuto perché avete visto cosa è successo con il decreto crescita che era un vantaggio anche per il governo. Togliendo il decreto crescita si penalizza il calcio senza avvantaggiare nessuno. Poi c’è il tema del del betting che vale sedici miliardi di euro e dal quale noi non prendiamo un centesimo. Infine gli stadi: ci sono squadre che li vogliono fare ma non ci riescono”. 

Queste in linea generale le frasi più forti usate da Urbano Cairo nei confronti del governo e della situazione critica del calcio italiano negli ultimi tempi. Successivamente Cairo ha parlato di società professionistiche, di introiti, della situazione dei club e di quanto la Serie A sia importante per l’economia generale.

Cairo: “Governo pare voglia affossarci. Ma perché?”

Stadi, decreto crescita, introiti, aiuti dal governo e tanto altro. Urbano Cairo – come spesso accade – nno è stato per niente banale all’uscita dall’incontro della Lega Serie A con il numero uno della FIGC Gabriele Gravina sul tema delle riforme. Il presidente del Torino ha parlato senza peli sulla lingua e lo ha fatto al termine dell’incontro che comunque è stato costruttivo. Di seguito le altre dichiarazioni di Cairo a proposito delle difficoltà del calcio italiano e del mancato aiuto del governo, soprattutto dopo l’abolizione del decreto crescita.

Per quale motivo si vuole affossare il calcio che è un’industria importante che impiega e dà lavoro a tanta gente che paga le tasse per un miliardo e trecento milioni, ma che motivo c’è… Il calcio non ha avuto un centesimo di aiuto dallo Stato. Ha avuto dei problemi enormi, tant’è vero che le perdite sono aumentate in maniera esponenziale. Oggi ce la siamo cantata e suonata – ha dichiarato riferendosi all’incontro – però poi devi uscire da qui con un piano preciso per ristrutturare il calcio, per riformare il calcio e deve esserci un aiuto da tutte le componenti”.

Infine Urbano Cairo ha concluso:

“I calciatori non hanno avuto nessun tipo di penalizzazione, anzi i loro ingaggi sono aumentati. Lo Stato deve dare anche al calcio un aiuto, visto che il calcio impiega centinaia di migliaia di persone. Dobbiamo fare un progetto complessivo di riforma del sistema calcistico. Probabilmente in Italia si è visto che ci sono troppe società professionistiche. Siamo a cento. Quando in tutti gli altri paesi siamo a livelli molto minori, cioè la Spagna ne ha la metà, anche la Francia. L’unica che ha numeri paragonabili a noi è l’Inghilterra ma ha dei valori di diritti che sono tre volte voi. La Serie A è quella che mantiene tutto il calcio. I costi aumentano e vanno tutti a vantaggio di fatto dei calciatori e degli allenatori e i ricavi diminuiscono ma in questo modo si perdono un sacco di soldi e non si riesce e l’attività non è più sostenibile e questo è un problema veramente molto grosso.

Abolito decreto crescita: cosa è

In Italia le società di calcio non potranno più usufruire del decreto crescita. Parliamo di una misura creata ad hoc per supportare i club in Italia, dando numerose agevolazioni fiscali per l’acquisto di un calciatore dall’estero. Nello specifico, il decreto crescita, nel suo articolo 5 elaborato per il cosiddetto “rientro dei cervelli“, intendeva aumentare l’arrivo in Italia di lavoratori provenienti all’estero grazie a un sistema fiscale agevolato a partire dall’uno gennaio 2020. Per i calciatori, ai fini del calcolo Irpef, potevano esserci alcuni sgravi fino al 50%.

La norma permetteva dunque ai club di risparmiare sulle tasse. Tutto questo permetteva al calciatore di ricevere un ingaggio netto più alto. Dal 2022 l’agevolazione spettava a chi ha più di 20 anni e uno stipendio superiore al milione di euro. Adesso, però, a fine 2023 è stato abolito e i club non potranno più utilizzarlo.