Chiara Ferragni sta affrontando diversi guai giudiziari. L’imprenditrice digitale, infatti, è stata multata dall’Antitrust al pagamento di un milione di euro per pratica commerciale scorretta riguardo all’edizione speciale del pandoro Balocco, firmata dall’influencer.

La moglie di Fedez, infatti, avrebbe sponsorizzato il dolce natalizio, legando la commercializzazione del pandoro a un’attività benefica. Infatti nei post e nei lanci pubblicitari del prodotto si parlava di una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino. Ma le indagini avrebbero stabilito che il lascito sarebbe stato fatto soltanto dall’azienda dolciaria e prima che il dolce venisse commercializzato.

Anche il Codacons è intervenuto sulla questione, lanciando un’azione di classe sul caso Ferragni-Balocco. Come partecipare alla class action? La procedura che devono seguire i consumatori.

Caso Ferragni-Balocco, come partecipare alla class action del Codacons

Il caso Balocco ha travolto Chiara Ferragni da diverse settimane. L’influencer sarebbe indagata anche per truffa indagata, dopo la sentenza negativa nei suoi confronti e la multa da parte dell’Antitrust. Persino la Balocco dovrà versare un’ingente somma di denaro, anche se dalle e-mail che l’azienda dolciaria si è scambiata con lo staff dell’influencer sembrerebbe che sia stato proprio il gruppo dell’imprenditrice digitale a puntare la comunicazione sulla beneficienza.

Dopo lo scandalo del pandoro, altre operazioni commerciali di Chiara Ferragni sarebbero state messe sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti. Si tratta delle uova di Pasqua, create in collaborazione con Dolci Preziosi e della bambola dell’influencer disegnata dalla Trudy. Anche il Codacons ha deciso di prendere parte al caso Ferragni-Balocco. Quindi, come partecipare alla class action dell’associazione a tutela dei consumatori?

Il Codacons ha invitato tutti i consumatori, che nel natale 2022 acquistarono lo speciale pandoro, a partecipare alla loro azione di classe. La procedura viene portata avanti dall’associazione di tutela per permettere a tutti coloro che decisero d’acquistare il dolce natalizio, di ricevere un rimborso delle maggiori somme pagate per il particolare acquisto.

Il Pandoro Balocco Pink Christmas, infatti, aveva un costo maggiorato rispetto al normale dolce natalizio, proprio perché si trattava di un’edizione speciale. La maggiorazione di prezzo poteva far pensare che le maggiori somme sarebbero andate in beneficienza. A fronte di un costo di euro 3,68 per il pandoro classico, per ottenere quello rosa dell’influencer si doveva sborsare euro 9,37. Questa differenza di prezzo sarà rimborsata ai tanti acquirenti che parteciperanno all’azione di classe del Condacons.

Per aderirvi non serve lo scontrino d’acquisto ma basta inviare un’email all’indirizzo dell’associazione: [email protected]. Inviando la speciale missiva digitale si delega il Codacons a essere rappresentati presso la Procura di Milano per chiedere il rimborso delle somme, che sarebbero state indebitamente sborsate.

Caso Ferragni-Balocco, l’opinione del Codacons

Il caso Ferragni-Balocco è al centro dei giornali di tutta Italia. Anche nelle procure, gli inquirenti stanno affrontando la questione a fondo, indagando profondamente nelle attività commerciali dell’influencer. Anche il Codacons è intervenuto nella questione, presentando denuncia in 104 procure per truffa aggravata, come riportato da Il Corriere della Sera.

Di recente, invece, l’associazione di tutela dei consumatori ha deciso di proporre anche un’azione di classe per sostenere i diritti dei consumatori, che hanno acquistato il dolce natalizio in passato. Il Codacons, inoltre, si è costituito parte offesa nell’inchiesta della Procura di Milano e punta a chiedere la possibilità di poter interrogare in giudizio Chiara Ferragni, sempre per difendere gli interessi dei consumatori.

Chiara Ferragni, dal canto suo, ha deciso di chiedere scusa a tutti, affermando d’aver effettuato un semplice errore di comunicazione. La bionda influencer ha postato un video per discolparsi e per annunciare di aver versato proprio all’Ospedale Regina Margherita di Torino la somma di un milione di euro come donazione. L’imprenditrice digitale, però, non ha escluso la possibilità d’impugnare la sentenza dell’Antitrust, che l’ha colpita.