Chi è Josè Adolfo Macias Villamar? Si tratta del leader dei Los Choneros, una famose banda criminale responsabile di molte pericolose rivolte carcerarie avvenute negli ultimi mesi in Ecuador. 

Adolfo Macías, anche noto come “Fito”, il principale boss del narcotraffico ecuadoriano era detenuto nell’ala di massima sicurezza della prigione La Regional a Guayaquil quando nella giornata di domenica mattina alcune guardie hanno notato la sua assenza.

Le autorità però hanno aspettato 15 ore prima di rivelare che il boss fosse di fatto a piede libero, probabilmente fuggito già da Natale facendosi sostituire da un sosia.

Il super boss era stato condannato nel 2011 a 34 anni di carcere dopo aver commesso diversi reati fra cui traffico di droga e omicidio.

La procura ora ha aperto un’indagine contro due funzionari carcerari che lo avrebbero aiutato a scappare. Come aveva già fatto nel 2013, prima di essere ritrovato dopo tre mesi di latitanza. 

A seguito della fuga di Fito e i moltissimi disordini all’interno delle carceri, il presidente Daniel Noboa ha decretato lo stato di emergenza della durata di 60 giorni con coprifuoco dalle 23:00 alle 05:00, dichiarando che il Paese si trova in stato di “conflitto armato interno” ordinando anche la “neutralizzazione” dei gruppi criminali coinvolti nel traffico di droga.

Chi è Adolfo Macias: come si presenta oggi

Sul leader dei Los Choneros si sa che prima di diventare il signore della droga era un tassista e che in prigione si è laureato in giurisprudenza.

Ad oggi appare con barba e capelli lunghi che gli coprono il volto, bocca stretta e sguardo ostile.

In un rapporto redatto nel 2022 dalla Commissione interamericana dei diritti umani (IACHR) si legge che Fito esercita un forte controllo interno sulla prigione.

Il cortile del centro penitenziario dove si trova è infatti decorato con murales in suo onore oltre a disegni di armi, dollari e leoni. Tutto questo sottolinea il suo importante potere all’interno del Paese.

Da semplici gang di strada, con il tempo infatti, le bande criminali dell’Ecuador sono diventate le protagoniste del narcotraffico da quando il Paese si è affermato come il più importante punto di esportazione della cocaina prodotta in Perù e Colombia.

Così il nemico numero 1 è proprio Adolfo Macias, il leader dei Choneros, un gruppo che conta in tutto circa 8.000 uomini.

Di cosa è accusato

Macias è accusato di essere il mandante dell’assassinio del candidato alla presidenza Fernando Villavicencio, ucciso a colpi di arma da fuoco lo scorso agosto da un sicario colombiano.

Fito però non si trovava in prigione per quel determinato crimine ma per altri reati. Il governo dell’allora presidente, Guillermo Lasso, dopo gli eventi di agosto avrebbe però ordinato il suo trasferimento in un carcere di massima sicurezza attraverso una grossa e importante operazione che ha scatenato le proteste dei detenuti.

Poco dopo però, grazie ad alcuni escamotage legali Fito sarebbe tornato nella prigione regionale di Guayaquil.

Alcuni video, di qualche mese fa, lo mostrano mentre festeggia, sempre in carcere, con musicisti e fuochi d’artificio registrando anche una clip su un “narcorroccido”, canzone popolare in onore dei narcotrafficanti a lui dedicato.

Nelle immagini realizzate in modo professionale Macias cerca di dimostrare che non è una persona cattiva mentre schernisce il governo. Sul fatto, le autorità carcerarie non sono state in grado di spiegare come l’attrezzatura usata possa essere stata introdotta nelle strutture pesantemente sorvegliate.

Sui social il gruppo criminale si presenta come benefattore producendo video che inneggiano al traffico di droga e minacciano i giornalisti lanciando avvertimenti ad altre gang.

La perdita di potere dei Choneros

Sulla fuga di Fito il governo e le autorità ritengono che in realtà l’uomo possa essere fuggito ben prima dell’intervento della polizia nella prigione di Guayaquil, dove Macias di fatto è considerato il padrone e dove non a caso si sono concentrate le violenze delle ultime ore, incluso l’assalto a una tv dell’Ecuador con la presa di ostaggi di 13 dipendenti. 

Secondo alcune organizzazioni senza scopo di lucro, gli ultimi cambiamenti nella guida dei Los Choneros avrebbero portato ad alcune lotte interne. Bande come Tiguerones e Chone Killers infatti si sono trovate in disaccordo e sono entrate in conflitto tra loro. 

Tutto ciò sarebbe avvenuto dopo che i Choneros hanno progressivamente perso il potere a favore di un’alleanza guidata da Los Lobos il cui leader è evaso anche lui da una prigione a Riobamba.