Ci sono alcuni errori comuni che si commettono in fase di presentazione della Dsu per il calcolo dell’Isee 2024. Si tratta di errori che, seppur comuni, possono portare conseguenze e costare molto caro al dichiarante.

Conseguenze peggiori le ha chi sfrutta appositamente un Isee sbagliato per accedere a quelle agevolazioni che, altrimenti, non gli sarebbero spettate. In questo caso, si rischia una sanzione di importo pari a 5000 euro, con l’eventualità di una condanna penale.

Andiamo a vedere, quindi, quali sono gli errori che, più comunemente, si commettono e quali sono tutte le possibili conseguenze.

Isee 2024, errori sul patrimonio immobiliare

Il primo errore comune che si commette quando si presenta l’Isee 2024 riguarda il patrimonio immobiliare. Si tratta di un errore che viene commesso da chi utilizza l’Isee precompilato.

In questo caso, può capitare che dimentichi di intervenire sulla parte riferita al patrimonio immobiliare, pensando che tutte le informazioni siano corrette. Quando si tratta di modelli precompilati è sempre opportuno fare un controllo maggiore e indicare:

  • Se l’immobile coincide con la casa di abitazione;
  • La quota capitale residua del mutuo alla data del 31 dicembre 2022.

Abbiamo indicato la data del 31 dicembre 2022 perché ci riferiamo alla presentazione dell’Isee 2024.
Se si omette questo passaggio di verifica e inserimento dei dati, non ci sono rischi penali, ma si può avere un Isee più alto e perdere le agevolazioni altrimenti spettanti, in quanto si considera il patrimonio immobiliare per intero.

Errori sulla residenza del figlio maggiorenne o del coniuge

Un altro errore molto comune riguarda l’eventuale non residenza del figlio maggiorenne o di uno dei due coniugi.

Erroneamente, si può pensare che il solo fatto che i figli maggiorenni o l’altro coniuge risieda altrove comporti, automaticamente, la formazione di due distinti nuclei familiari. Non è del tutto sbagliato, ma a volte non è così.

Nel caso del figlio maggiorenne, per creare un nuovo nucleo familiare, deve soddisfare almeno una delle seguenti condizioni:

  • Avere più di 26 anni;
  • Non risultare a carico dei genitori;
  • Essere sposato o avere figli.

Se nessuna delle suddette condizioni viene soddisfatta, il figlio maggiorenne non convivente fa parte del nucleo familiare dei genitori.

Il secondo problema riguarda i coniugi. Un altro caso molto comune, infatti, riguarda due genitori sposati che hanno diverse residenze e, quindi, vengono inseriti in due diverse Dsu.

Due persone sposate, in realtà, non possono far parte di due nuclei familiari diversi. Per esserci un distaccamento tra i due, è necessaria almeno una delle seguenti condizioni:

  • Separazione;
  • Divorzio;
  • Decadenza dalla potestà genitoriale;
  • Provvedimento di allontanamento dalla residenza familiare;
  • Abbandono del coniuge accertato giudizialmente.

Cosa accade in caso di genitori non sposati e non conviventi

Ai fini Isee, si prende il nucleo familiare considerando come componenti tutti quelli compresi nello stato di famiglia e, quindi, quelli che risiedono nella stessa abitazione. Inoltre, si aggiungono anche familiari a carico, che risiedono altrove.

Nel caso in cui l’Isee sia necessario per le prestazioni riferite ai minori (si prenda, come esempio, l’Assegno unico), allora si devono applicare regole differenti.

È opportuno prendere in considerazione entrambi i genitori, anche quando si tratta di persone non sposate e neppure conviventi.

Per essere più precisi, il genitore non convivente viene considerato aggregato al nucleo familiare, ad eccezione di questi casi:

  • È sposato con un’altra persona;
  • Ha figli con una persona diversa dall’altro genitore;
  • Deve pagare assegni periodici di mantenimento;
  • È stato escluso dalla potestà su figli;
  • È stato allontanato dalla residenza familiare;
  • È stato accertato estraneo in termini di rapporti affettivi ed economici.