È stato trovato morto carbonizzato davanti alla sua casa di Ferruccia di Agliana, in provincia di Pistoia: ecco chi è il 57enne Alessio Cini, operaio tessile di professione. Per gli inquirenti è stato ucciso: sul suo corpo sono state trovate lesioni compatibili con un’aggressione precedente all’incendio. Il suo caso ne riporta in mente altri, tra cui quelli, meno recenti, di Stefano Ansaldi e di Liliana Resinovich.
Trovato morto carbonizzato in casa ad Agliana: chi è Alessio Cini
I fatti risalgono alla notte tra il 7 e l’8 gennaio. Il corpo di Alessio Cini, 57enne originario di Sant’Ippolito di Prato, era stato trovato semi carbonizzato davanti alla sua abitazione di Ferruccia di Agliana, nel Pistoiese. Si era subito ipotizzato che l’uomo potesse essersi suicidato.
Poi il medico-legale incaricato dalla Procura di effettuare l’autopsia aveva riscontrato, sulla sua salma, lesioni compatibili con un’aggressione precedente all’incendio. L’ipotesi degli inquirenti è che sia stato ucciso con un colpo alla testa e che poi il suo assassino abbia dato fuoco al cadavere per tentare di cancellare le tracce del delitto e farla franca.
Si tratta di un’ipotesi, appunto. Per il momento, infatti, chi indaga sul caso non esclude nessuna pista.
La testimonianza di un amico della vittima
In tanti, nelle scorse ore, hanno ricordato Alessio Cini come una persona “seria e affidabile”, “un gran lavoratore su cui poter sempre contare”. Un suo amico, intervistato da La Nazione, ma rimasto anonimo, ha raccontato di averlo visto qualche giorno prima della sua morte.
Sembra che volesse cambiare casa, lasciando la villetta in cui abitava per trasferirsi in un’abitazione più piccola. “Non sembrava affatto preoccupato, ad eccezione per la salute della sorella disabile”, ha aggiunto l’uomo, secondo cui il 57enne non si sarebbe mai tolto la vita.
I casi di Stefano Ansaldi e Liliana Resinovich
Mentre in Toscana si indaga serratamente sulla vicenda di Alessio Cini, a Milano si è da poco deciso di riaprire l’inchiesta riguardante la morte del ginecologo campano Stefano Ansaldi, trovato morto sgozzato il 19 dicembre del 2021.
Dopo una prima ipotesi di omicidio, gli inquirenti che si erano occupati del caso avevano ipotizzato che il medico potesse essersi suicidato con una coltellata alla gola. Una versione dei fatti che non aveva mai convinto i familiari, che si erano opposti con convinzione alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura.
Ora si è tornati ad indagare. “Alla luce delle osservazioni riportate” dai consulenti di parte che hanno esaminato il corpo, i professori Fernando Panarese e Pietrantonio Ricci, “la ricostruzione nei termini di un gesto autolesivo” susciterebbe, infatti, delle perplessità.
A metterlo in luce è stato il gip chiamato a decidere sull’istanza presentata dagli avvocati dei familiari. Se si fosse auto-inferto le coltellate mortali riscontrate sul suo collo, Ansaldi, essendo destromane, avrebbe proceduto da sinistra verso destra (e non da destra verso sinistra, come sembra abbia fatto).
Da qui a quattro mesi saranno compiuti dei nuovi accertamenti. L’obiettivo è capire una volta per tutte se il 65enne si sia tolto la vita o sia stato ucciso. Una questione che da mesi si discute anche in relazione al cosidetto “giallo di Trieste”, come viene ormai chiamato il caso relativo alla misteriosa morte di Liliana Resinovich.
La donna fu trovata morta dopo essere scomparsa nel nulla nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico San Giovanni di Trieste, con il corpo avvolto in dei sacchetti di plastica. I familiari pensano che sia stata uccisa, ma sono molti gli interrogativi che non hanno ancora trovato una risposta sulla sua morte. Per questo motivo la Procura ha disposto la riesumazione della sua salma.