Bere acqua nelle bottiglie di plastica fa male? Di recente, in Italia si è sviluppata una crescente preoccupazione sulla sicurezza dell’acqua confezionata. Emergono dubbi sulla potenziale nocività per la salute nel consumarla.

Bere acqua nelle bottiglie di plastica fa male?

È importante sottolineare che gran parte degli esperti ritiene generalmente l’acqua in bottiglia di plastica sicura, poiché la maggior parte delle bottiglie è realizzata con materiali approvati dalla FDA, l’ente statunitense che regolamenta i prodotti alimentari.

Queste bottiglie subiscono rigorosi test di sicurezza per garantire l’assenza di sostanze nocive in grado di contaminare l’acqua. Tuttavia, sorge una preoccupazione riguardo alla presenza di microplastiche in quest’acqua confezionata. Le microplastiche sono frammenti di plastica di dimensioni inferiori a 5 millimetri che si ritrovano in vari ambienti, inclusa l’acqua, derivanti dalla frammentazione di oggetti in plastica più grandi, tessuti sintetici e cosmetici.

Lo studio sulle nanoplastiche nell’acqua in bottiglia

Un recente studio pubblicato sulla rivista Pnas ha lanciato un allarme preoccupante: centinaia di migliaia di frammenti di plastica, fino a 100 volte in più rispetto alle stime precedenti, possono essere presenti in un singolo bicchiere d’acqua in bottiglia. Questa scoperta solleva preoccupazioni sul possibile impatto delle cosiddette nanoplastiche, una forma ancora più piccola delle microplastiche, che possono viaggiare attraverso il flusso sanguigno e persino raggiungere organi vitali come il cervello.

La crescente preoccupazione riguardo alle microplastiche è ben fondata, poiché la loro diffusione è stata riscontrata in diversi ambienti sulla Terra, dall’Artico al terreno, dall’acqua potabile al cibo. Queste particelle, ingerite da esseri umani e altre creature, sollevano interrogativi sui potenziali rischi per la salute e per l’ecosistema.

Nel dettaglio, i ricercatori hanno analizzato tre rinomate marche di acqua in bottiglia vendute negli Stati Uniti, scoprendo la presenza di decine di migliaia di frammenti identificabili in ogni litro. Ma la rivelazione più sconcertante è stata la scoperta di nanoplastiche, che in media ammontavano a circa 240.000 frammenti di plastica rilevabili in un litro d’acqua.

Le nanoplastiche sono dannose per l’organismo?

Queste nanoplastiche, a differenza delle microplastiche, sono così minuscole che possono attraversare direttamente l’intestino e i polmoni, raggiungendo la circolazione sanguigna e viaggiando in tutto il corpo, compresi gli organi vitali come cuore e cervello. Questo fenomeno solleva interrogativi sulla potenziale minaccia per la salute umana, persino per i neonati non ancora nati, poiché possono superare la placenta.

Le plastiche identificate, comprese la comune Pet (polietilentereftalato), sono state superate in numero dalla poliammide, un tipo di nylon, probabilmente derivante dai filtri di plastica utilizzati durante la purificazione dell’acqua prima dell’imbottigliamento. Le altre plastiche individuate includono polistirene, polivinilcloruro e polimetilmetacrilato, utilizzati in varie fasi industriali.

Una nota inquietante è che le 7 plastiche individuate costituivano solo circa il 10% di tutte le nanoparticelle trovate nei campioni. Gli esperti non hanno chiaro cosa costituisca il restante 90%, ma se fossero anche queste nanoplastiche, potrebbero ammontare a milioni per litro, sollevando ulteriori domande sul potenziale impatto sulla salute e sull’ambiente.