La Serie A potrebbe cambiare nuovamente faccia, con l’assemblea avvenuta è stato proposto il ritorno a 18 squadre. I club sono divisi, alcune società di vertice sono sembrate d’accordo ma altre di bassa classifica non sembrerebbero propense.

La Serie A valuta il ritorno a 18 squadre dopo vent’anni

Un campionato a 18 squadre sembra più di un’idea, la riforma è stata discussa a tavolino in occasione dell’assemblea a cui hanno preso parte tutti i club di Serie A. Possibile che si valuti seriamente la proposta, anche se non tutte le società sono d’accordo.

Approccio blando voluto proprio dallo stesso Gravina che ha voluto affrontare l’argomento per comprendere se il campionato italiano è davvero favorevole ad avere meno squadre nella massima divisione.

È stata in occasione dalla stagione 2004/05 che la Serie A ha ampliato il torneo a 20 componenti, dai 18 precedenti, ma non è stata la prima volta: anche tra il 1948 e il 1952 e poi nella singola stagione 46/47 il maggiore campionato italiano ha deciso di ampliare la presenza delle squadre.

Prima del 2004, quindi, erano 18 le società partecipanti. La FIGC sembra realmente intenzionata a valutare la questione, con il presidente Gabriele Gravina pronto a riformare il calcio italiano per permettergli di tornare a grandi livelli.

Attualmente, infatti, la Serie A sta vivendo un periodo di crisi che non sembra essere in procinto di risolversi. Situazione che ha fatto riflettere il presidente della Federazione e che lo ha spinto a valutare eventuali soluzioni.

Certamente una di queste potrebbe essere la diminuzione di partecipanti nella massima competizione. Una decisione che da una parte permetterebbe di spalmare i guadagni tra meno squadre, ma che dall’altra comprometterebbe inevitabilmente il percorso di quelle squadre che militano tra la Serie A e la Serie B precludendone guadagni cospicui.

In occasione dell’assemblea appena avvenuta Gravina ha anche indetto una riunione straordinaria in programma per il prossimo 11 marzo, data molto vicina che determina l’intenzione della Federcalcio di cambiare le cose e anche nel più breve tempo possibile.

Quali sono i club a favore della riforma e quelli contrari

Attorno al tavolo si sono sedute tutte le componenti dell’attuale Serie A, nessuna esclusa, con i rispettivi rappresentanti e hanno dialogato riguardo la nuova riforma. Non tutte le squadre sono parse d’accordo sull’argomento, com’era prevedibile che fosse.

La riforma, però, non è stata ufficialmente proposta: la Federazione ha voluto soltanto intraprendere l’argomento per tastare il terreno e valutare quali possano essere le opinioni dei rispettivi club italiani a riguardo.

L’enorme differenza tra le più grandi e le più piccole si è fatta sentire più che mai, con molte delle società italiane più solide che sembrano propositive riguardo questa scelta. Profondamente diversa, invece, è la considerazione delle squadre più piccole che non sembrano ben volere un ulteriore ridimensionamento delle possibilità di poter approdare in Serie A.

Così i club medio-piccoli hanno ribadito quanto sia rischioso valutare realmente l’ipotesi di ridurre la Serie A a 18 squadre visto che anche i top campionati come la Premier League e la Liga attualmente sono formati da 20 squadre. Ad avere un torneo a 18 squadre, invece, ci sono la Ligue1 e la Bundesliga.

A preoccuparli maggiormente l’impatto della decisione che avrebbe sui diritti televisivi, soprattutto quelli domestici, fattore di maggior guadagno. Un accordo tra le parti, dunque, è ben lontano ma i club si ritroveranno tra due mesi a dover ridiscuterne seriamente.

Entro l’11 marzo ci dovrà essere da entrambe le parti una forte motivazione contraria per far ribaltare le condizioni e le considerazioni opposte anche se è impensabile che tutte le società trovino un’accordo in così poco tempo.