Alla festa per i 124 anni della Polisportiva Lazio non poteva mancare Claudio Lotito, presidente della sezione calcistica e senatore di Forza Italia. L’attività di governo l’ha spesso tenuto lontano dalla sua squadra, ma la celebrazione di oggi al Comune di Roma era troppo importante per non parteciparvi.

Lotito spazia fra molti argomenti, dalle riforme del campionato alle nuove strutture per la Lazio, dal calciomercato di gennaio a quale ruolo svolgerà il figlio Enrico in futuro.

Ciò che accomuna questi interventi è comunque una cosa sola: l’amore ed il rispetto per i colori laziali, che Lotito vuole portare sempre più in alto. “Con Enrico la Lazio sarà in buone mani, serve qualcuno che coltivi i sentimenti comuni di un club”.

Lazio, Lotito fa atto d’amore per il club: “Io laziale da quando avevo 5 anni. Con mio figlio Enrico il club è in buone mani”

Servono tifosi presidenti, non presidenti tifosi!“: le parole di Claudio Lotito non potevano essere più chiare di così. La sua è una scelta di campo, fra chi pensa che solo i fondi esteri (americani o arabi) possano aiutare economicamente i bilanci in rosso delle squadre di Serie A e chi invece pensa che solo un legame visceralmente stretto fra presidente e piazza può essere utile ad una squadra.

Lotito manda così anche un messaggio a chi, da anni, mette in dubbio il suo tifo per la Lazio, del quale è presidente dal 2004. “Il tema vero che si pone è di questa natura: io penso che i presidenti abbiano una grande responsabilità, quello di trasmettere all’esterno il valore dello sport, nella sua interezza. Nel momento in cui diventa tifoso-presidente, secondo me perde l’occasione per trasmettere quei valori perché vive in condizione passionale, intossicata: noi dobbiamo essere obiettivi e soprattutto coltivare sentimenti e passioni che sono comuni”.

Da qui Lotito, che legalmente si definisce “amministratore” della Lazio, estende il suo ragionamento all’essere “custode di questi sentimenti e valori”, di cui riconosce il valore e l’importanza all’interno del mondo laziale, “che devo soprattutto tramandare, perché oggi la società è forte, infrastrutturata e soprattutto patrimonializzata“.

Su questo Lotito insiste perché, per lui, la situazione debitoria dell’estate 2004 non permetteva più le spese folli che la gestione Cragnotti aveva garantito alla squadra e ai tifosi laziali: valevoli di uno scudetto e di una Coppa delle Coppe, fra le altre cose, ma anche di una lunga di ristrutturazione del debito con l’Agenzia delle Entrate.

Il legame fra tifosi e presidente è molto saldo perché, come afferma Lotito, “io ricordo tutto: sono laziale da quando avevo 5 anni e sono rimasto laziale anche quando, in quel periodo, la Lazio purtroppo non raggiungeva grandi traguardi. Stava in serie B, rischiava di anna’ in serie C e oggi la Lazio questi problemi non li vive! Se ho potuto scongiurare un fallimento significa che ho potuto preservare i 124 anni di storia: non una storia costruita, ma una storia vera“.

Ad un giornalista che maliziosamente gli ricorda le visite, per motivi familiari, a Trigoria, Lotito risponde in modo puntiglioso: “Lei commette un errore perché queste sono quelle cose assurde e strumentalizzate: la storia di Trigoria nasce dal fatto che mio suocero e mio cognato erano amministratore delegato della Roma, mia moglie era proprietaria insieme a Sensi della Roma (e non posso fargliene una colpa)”.

Il motto associato alla Lazio, “Di padre in figlio“, non è sentito solo dai tifosi ma anche dallo stesso presidente. Lotito sceglie il legame familiare come base per una gestione sana di un club, sorvolando per un attimo sulla questione proprietà araba o meno: “Quella è un’impostazione solo di carattere economico: mi sento di dire che sono contento che mio figlio abbia intrapreso questo percorso, che lo faccia con totale dedizione e passione perché penso che la Lazio starà in buone mani. Mi auguro che per il futuro sia un punto di riferimento per il club e per i colori”.

Lazio, Lotito e i rinnovi di contratto: “Rinnovo Felipe? E’ un grande giocatore, ma conta sempre di più il club”

Gennaio è tempo di mercato di riparazione e i tifosi di ogni squadra cercano di capire se è possibile vedere nuovi acquisti fra le proprie fila. A questo ragionamento non sfugge la Lazio, ma Lotito è molto preciso al riguardo: acquisti solo in caso di “necessità tecniche” e i rinnovi possono aspettare.

Nel limbo di coloro che sono sospesi anche l’ala brasiliana Felipe Anderson, a cui il presidente laziale lancia la palla del possibile rinnovo. La Lazio deve essere considerata un punto di arrivo prestigioso per la carriera di un calciatore e Felipe Anderson non sfugge al ragionamento:

“Ma io nella vita penso che bisogna essere tranquilli e coscienti dei nostri mezzi: la Lazio oggi è un punto di arrivo e non più un punto di partenza. Felipe Anderson è un grande giocatore e un grande professionista, ma poi alla fine quello che conta, e ricordatevelo sempre, è il club, la storia del nostro club, la possibilità che il club dà a tutti i calciatori di potersi esprimere”.

“E’ vero che i calciatori costituiscono un valore aggiunto, ma è altrettanto vero che lo costituiscono all’interno di un collettivo. Si vince tutti insieme per cui non va mortificato il lavoro di nessuno: è il lavoro di tutti all’unisono che porta i risultati”.

Sinergia dei singoli per formare un gruppo granitico che tenga conto della storia del contesto nel quale agiscono: è la ricetta di Lotito affinché la Lazio si scrolli gli alti e i bassi che ne hanno caratterizzato il girone di andata. Riguardo Immobile, al centro di supposte offerte arabe e di un rendimento funestato da alcuni infortuni, il senatore è comprensivo.

Lotito riconosce che Immobile ha avuto in questi anni un forte attaccamento alla maglia e che l’età avanza. L’attaccante della nazionale resta comunque un valore aggiunto per la Lazio:

“La storia è fatta dai risultati ma anche da quello che rappresentano in termini di comportamento e in termini di attaccamento: Ciro Immobile è un punto di riferimento per la Lazio. Immobile ha fatto la storia e continuerà a farla in futuro. Mi rendo conto che non è possibile mantenere gli stessi standard da parte di tutti, ma se uno è un professionista serio e ha la concentrazione e la determinazione alla fine dà un grande contributo alla nostra squadra”.

Non c’è nulla da aggiungere, infine, su possibili acquisti da parte della Lazio. Come detto, niente in entrata ma non perché ci siano problemi con l’indice di liquidità: Lotito punta a ciò che Sarri, a livello tecnico, può chiedergli:

“Il mercato della Lazio è legato alle necessità, non alle uscite! Se ci sono le necessità che dovranno essere rappresentate in sede tecnica noi non ci tireremo indietro. Oggi l’organico è un organico molto competitivo, perché non vi dimenticate i grandi risultati con le squadre più competitive e purtroppo siamo caduti con le squadre meno attrezzate“.