Dopo aver presentato la dichiarazione dei redditi, è possibile che il rimborso a credito non venga erogato tempestivamente. Questa situazione può lasciare il contribuente nell’incertezza riguardo ai tempi di restituzione delle somme versate in eccesso a titolo d’imposta.
Il rimborso associato alla dichiarazione dei redditi rappresenta il fatto che il contribuente ha versato più tasse di quelle effettivamente dovute. Quando si presenta il modello Redditi o il modello 730, l’Agenzia delle Entrate calcola l’imposta dovuta confrontandola con quanto già versato durante l’anno.
Se il versamento è stato superiore all’imposta effettiva, il contribuente ha diritto a ricevere il rimborso. In caso di presenza di un sostituto d’imposta, la restituzione avviene rapidamente. Tuttavia, per coloro che non hanno un sostituto d’imposta (come nel caso di perdita del lavoro o termine della Naspi), i tempi si dilatano e talvolta il rimborso può richiedere più di un anno.
Solitamente, i tempi di attesa sono prolungati, e indipendentemente dalla data di presentazione della dichiarazione con il modello 730, il rimborso non giunge prima della fine dell’anno. Nel caso del modello Redditi, invece, la restituzione slitta direttamente al nuovo anno.
Rimborso dichiarazione dei redditi in ritardo?
Le motivazioni di un ritardo nel rimborso dell’Irpef possono essere varie. Inizialmente, la tempistica di erogazione delle somme dipende dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi: più tempestiva è la presentazione, più celere sarà l’elargizione del rimborso.
Allo stesso tempo, il ritardo può derivare da eventuali controlli dell’Agenzia delle Entrate, soprattutto se le somme richieste sono considerevoli. In particolare, le dichiarazioni che richiedono un rimborso superiore ai 4.000 euro sono maggiormente soggette a controlli.
Tali verifiche sono eseguite entro i quattro mesi successivi alla scadenza della presentazione della dichiarazione. È comprensibile, pertanto, che i tempi del rimborso possano slittare di diversi mesi, protratti fino a sei mesi dopo la scadenza della presentazione del modello.
Cosa fare se il rimborso non arriva?
In caso di ritardo del rimborso relativo al modello 730, è consigliabile contattare direttamente l’Agenzia delle Entrate attraverso la Posta Elettronica Certificata (PEC). È fondamentale includere nel messaggio, oltre alla richiesta di informazioni sullo stato della pratica, anche una copia del modello 730 e la ricevuta che attesti la presentazione avvenuta.
Se non si riceve una risposta entro un lasso di tempo ragionevole, è consigliabile prenotare un appuntamento, sia telefonico che di persona, presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate della propria zona.
Bisogna considerare che l’Agenzia delle Entrate può effettuare controlli fino a sei mesi dopo la scadenza del termine di presentazione, fissato al 30 settembre.
Come avviene il pagamento del rimborso?
Quando l’Agenzia delle Entrate gestisce l’erogazione dei rimborsi, il pagamento avviene tramite bonifico sul conto bancario o postale indicato dal beneficiario. È necessario comunicare all’Agenzia le proprie coordinate bancarie o postali (IBAN), così come eventuali variazioni, che saranno utilizzate per tutti i futuri rimborsi.
Nel caso in cui non vengano fornite le coordinate bancarie o postali, i rimborsi alle persone fisiche vengono effettuati attraverso assegni vidimati emessi da Poste Italiane S.p.A.
Il contribuente che riceve l’assegno vidimato a suo nome ha diverse opzioni entro 60 giorni dalla data di emissione, come:
- depositarlo sul proprio conto corrente bancario o postale;
- incassarlo in contanti presso qualsiasi ufficio postale.
Prima di effettuare il pagamento, gli uffici postali effettuano controlli sulla consegna del plico, la validità dell’assegno, l’identità del presentatore e la corrispondenza dei dati dell’assegno. L’eventuale mancata corrispondenza di questi elementi può portare al rifiuto di pagamento dell’assegno da parte di Poste Italiane S.p.A.
Queste sono le procedure standard. Nel caso in cui il pagamento del rimborso non vada a buon fine, l’Agenzia delle Entrate effettua un secondo tentativo di versamento. Se anche il secondo tentativo non ha successo, il contribuente dovrà presentare un’apposita richiesta per ottenere il rimborso.