Le lochiazioni rappresentano le perdite che si verificano in tutte le donne subito dopo il parto. Queste perdite sono costituite da una miscela di sangue, muco e residui di tessuti, come la mucosa dell’endometrio. Sono il risultato del distacco della placenta (detto secondamento), dei traumi fisici causati dal parto nel corpo della madre (considerando che passa attraverso il canale vaginale un bambino di circa 3 chili, è un evento che comporta notevoli cambiamenti nel corpo materno) e del ripristino dell’utero alla sua condizione normale.

Anche le donne che danno alla luce tramite un parto cesareo sperimentano perdite post-partum. Nonostante la procedura chirurgica, la placenta viene comunque separata dall’utero, causando una sorta di ferita. Tuttavia, solitamente, le lochiazioni dopo un parto cesareo sono meno abbondanti e di durata più breve, poiché nel parto naturale il sanguinamento non deriva soltanto dalla cavità uterina, a causa del distacco della placenta, ma anche dal collo dell’utero e dal canale vaginale, che subiscono un maggiore “trauma”.

Quanto durano le perdite post parto?

In genere, le perdite post parto durano per un periodo di tempo compreso tra le 3 e le 6 settimane. Questo periodo coincide con quanto definito comunemente come puerperio, che indica i 40 giorni successivi al parto. Non è un caso che il primo appuntamento con il ginecologo venga programmato al termine di questo periodo, quando le perdite sono cessate e l’utero ha recuperato la sua forma e dimensione normali.

La sua durata può variare da donna a donna. Nel caso delle donne che allattano frequentemente, le perdite solitamente si concludono leggermente prima. L’atto dell’allattamento provoca contrazioni uterine che, a loro volta, accelerano il ritorno all’utero alla sua condizione pre-gravidanza.

In termini generali, è considerato normale avere perdite fino a 50 giorni dopo il parto, a condizione che seguano un percorso fisiologico caratterizzato da una progressiva diminuzione delle lochiazioni rosse abbondanti fino alla loro completa scomparsa.

Tuttavia, se dopo i 40 giorni si verificano perdite di sangue rosso vivo, la presenza di coaguli o disagi è consigliabile informare il proprio ginecologo. Anche se non è un evento comune, potrebbe accadere che qualche residuo, come ad esempio frammenti di placenta, rimanga nella cavità uterina. Nel caso in cui ciò fosse confermato da un’ecografia, è necessario un intervento chirurgico per rimuoverlo al fine di prevenire potenziali e pericolose infezioni.

Come gestire le perdite dopo il parto?

Prima di tutto, è essenziale mantenere un’igiene intima estremamente accurata. Nei primi giorni, è consigliabile cambiare frequentemente l’assorbente e lavarsi ogni volta, anche solo con acqua tiepida. Sul mercato sono disponibili detergenti intimi appositamente formulati e delicati per il periodo del puerperio, ma è fondamentale scegliere prodotti che non alterino la flora batterica.

Molte neo-mamme si domandano se sia sicuro avere rapporti sessuali durante le lochiazioni. È preferibile evitare, almeno fino alla prima visita dal ginecologo. Questo tempo di astinenza permette al sistema riproduttivo di recuperare completamente.

Parlando degli assorbenti, i ginecologi sconsigliano l’uso di quelli interni. Il ristagno di sangue potrebbe favorire la proliferazione batterica, aumentando il rischio di infezioni. È preferibile optare per assorbenti esterni. Le istruzioni specifiche vengono generalmente fornite dall’ospedale, ma di solito si consigliano mutandine monouso in rete nelle quali inserire un prodotto assorbente adatto (spesso sagomato o tipo pannolino) che sia lungo, largo e in grado di gestire una grande quantità di liquido, specialmente nelle fasi iniziali.