Svolta nel caso della strage di Erba, con la Corte d’Appello di Brescia che ha autorizzato il processo di revisione per Olindo Romano e Rosa Bazzi. La loro condanna all’ergastolo per l’uccisione di quattro persone, l’11 dicembre del 2006, potrebbe ora essere rivista.
Strage di Erba, processo di revisione autorizzato dalla Corte d’Appello di Brescia
Olindo Romano e Rosa Bazzi innocenti e vittime di un errore giudiziario?
È quanto dovrà appurare il processo di revisione autorizzato oggi, 9 gennaio 2024, dalla Corte d’Appello di Brescia sul caso della strage di Erba, per la quale sono stati già condannati all’ergastolo proprio Romano e Bazzi.
Accolte, dunque, le istanze del pg Cuno Tarfusser, che aveva già espresso in passato la necessità di rivedere il processo, a causa di prove raccolte in un contesto che, a suo parere, definire “malato è fare esercizio di eufemismo“.
Al suo fianco, il legale della coppia Fabio Schembri, convinto che i nuovi elementi d’indagine dovrebbero portare all’assoluzione dei due.
Strage di Erba, come potrebbe finire il processo di revisione?
Olindo Romano e Rosa Bazzi sono stati convocati, quindi, per la prima udienza del processo di revisione, fissata per il 1 marzo 2024.
Gli scenari possibili per i due alla luce di questo nuovo processo sono tre. La Corte d’Appello potrà, infatti decidere:
- per l’assoluzione di Olindo e Rosa dai reati ascrittigli
- per la conferma della condanna all’ergastolo
- di dichiarare inammissibile l’istanza di revisione del processo.
La soddisfazione del Pg Tarfusser: “Più leggo gli atti e più ci credo”
Soddisfazione per la decisione della Corte d’Appello è stata espressa proprio da Cuno Tarfusser che si definisce “professionalmente felice“.
“Sono contento, è una grandissima soddisfazione professionale che mi ripaga di tutta una serie di ostacoli, ostracismi e angherie degli ultimi tempi. Sono contento perché vuol dire che evidentemente non ho sbagliato“.
Una presa di posizione che, se si risolvesse in una revisione della condanna all’ergastolo per i coniugi Romano, rappresenterebbe uno shock per uno dei casi di cronaca più discussi degli ultimi anni. Una possibilità non così lontana per Tarfusser.
“Più leggo gli atti e più ci credo, ora tocca alla corte di Brescia”.