La due imprenditrici, Chiara Ferragni e Alessandra Balocco, sono nel mirino degli utenti accaniti sui social, oltre che al centro di un’indagine che sta facendo parlare tutta Italia: perché sono indagate per truffa aggravata e cosa rischiano?
L’avvocato penalista Paolo Di Fresco ha offerto la sua analisi approfondita nell’intervista del 9 gennaio 2024 su Radio Cusano Campus durante la trasmissione AAA Cercasi stabilità, condotta da Livia Ventimiglia e Simone Lijoi. Vediamo perché le due imprenditrici sono coinvolte in questa situazione e a che cosa potrebbero andare incontro.
Perché Chiara Ferragni e Alessandra Balocco sono indagate per truffa aggravata?
Il passaggio da frode a truffa aggravata, secondo Paolo Di Fresco, è un processo complesso. L’iniziale accusa di frode in commercio sembra essere stata scartata dagli inquirenti in favore di un’accusa più incisiva, di truffa aggravata appunto, nei confronti dei consumatori. In questo caso sarebbero stati “ingannati gli acquirenti.” Le mail ritrovate confermerebbero questa ipotesi.
Queste infatti contenevano istruzioni dettagliate su come sviluppare la pubblicità ingannevole
D: Il passo da frode a truffa aggravata è un passo lungo o breve?
R: Non è un passo particolarmente breve, quello che immagino è che gli inquirenti si siano resi conto che la frode in commercio, che era l’ipotesi originariamente messa in conto, non potesse stare in piedi. Perché la frode in commercio si ha quando si è venduta una cosa per un’altra.
Per intenderci: io prometto di vendere un pandoro, poi vendo un panettone. Questa sarebbe una frode in commercio.
La truffa invece è un reato più complesso, che si ha nel caso in cui il presunto truffatore abbia compiuto artifici e raggiri, cioè una condotta ingannevole, che trae in inganno il potenziale acquirente ed è per l’appunto quello che sembrerebbe essere accaduto in questo caso.
Perché la posizione di Ferragni e Balocco si aggrava?
R: E’ una posizione che si complica, anche perché sembrerebbe che nelle mail che sono state sequestrate abbiano trovato delle indicazioni precise che partivano dalle società che fanno capo a Ferragni su come sviluppare questa pubblicità ingannevole. Ed è questa la ragione per cui immagino la procura di Milano stia contestando la truffa che è specificamente una truffa aggravata.
D: Quindi sono andati a indagare ed è quello che è emerso da queste mail che ha fatto scattare il dubbio e poi anche la conferma che non si tratti più di una frode, bensì di una truffa aggravata?
R: Si, è una truffa aggravata, perché approfitta della minorata difesa dei consumatori, perché molti hanno comprato online e quindi non avevano la possibilità di avviare un confronto con il venditore. Quindi in questi casi, proprio per tutelare la posizione di chi acquista online, è prevista l’aggravante della cosiddetta “minorata difesa”: posso difendermi meno dalle iniziative fraudolente di chi mi vende il bene.
In questo caso il reato aggravato è punito più severamente, ma soprattutto non serve una querela e si procede d’ufficio.
Perché Chiara Ferragni e Alessandra Balocco cosa rischiano?
L’analisi di Paolo Di Fresco suggerisce che Chiara Ferragni e Alessandra Balocco potrebbero affrontare conseguenze legali significative. Nel caso di truffa aggravata, la pena può arrivare fino a cinque anni di reclusione.
La severità della pena riflette il desiderio di tutelare i consumatori online da pratiche commerciali ingannevoli e fraudolente.
D: Questo però sorprende perché noi da consumatori abbiamo capito nel corso degli anni, che l’e-commerce ha superato il commercio in presenza, ma il consumatore online dovrebbe essere trattato nello stesso modo di quello che compra in presenza. In questo caso viene addirittura tutelato, sulla base di cosa?
R: Perché chi compra in presenza ha la possibilità, per esempio, di verificare il prodotto, di notare se il prodotto è diverso da quello concordato oppure confrontarsi con il venditore. Ovviamente quando vendi online tutto questo non c’è e fai un maggiore affidamento sulla correttezza del venditore, per cui, nel caso tu venga truffato, l’ordinamento presta una tutela maggiore. Per l’appunto viene contestata la truffa nella sua forma aggravata, punita più severamente: fino a cinque anni.
D: L’acquirente può sempre rispedire se non è soddisfatto del prodotto acquistato. Se ad esempio non viene specificato che il pandoro non viene venduto per beneficienza, io lo posso rimandare al negozio online che me l’ha venduto, giusto?
R: In linea teorica questo sarebbe possibile, però se il mio venditore è un truffatore come faccio a saperlo? Immaginiamo l’ipotesi di chi mi promette qualcosa e poi si rivela di essere tutt’altro. Ad esempio chi mi vende il mattone, non ho poi sicuramente la possibilità di avviare un confronto con il venditore online. Proprio per questo motivo c’è la circostanza aggravante.
Ovviamente il caso Ferragni e delle sue società è chiaramente in parte diverso, quindi saranno necessari degli approfondimenti. Quello che emerge per ora è che parrebbe esserci stato una sorta di sistema in un certo senso. Perché c’è la vicenda dei pandori, delle uova, quindi bisognerà approfondire.
Ci sarà un risarcimento?
D: I truffati avranno diritto a risarcimento?
R: Sono tutte questioni che si potranno chiarire solo più avanti. Per ora la procura della repubblica di Milano ha ritenuto di avviare un indagine molto significativa nei confronti Chiara Ferragni e delle sue società.
Per approfondire il caso, ecco i documenti prelevati da Balocco in Procura.