Negli ospedali italiani, oltre il 50% dei macchinari risultano essere vecchi e questo potrebbe essere un problema per il campo della sanità. Si torna oggi a parlare della situazione in cui riversano non solo le strutture sanitarie del nostro Paese, ma anche soprattutto di quella in cui riversano le attrezzature utilizzate. Le notizie che arrivano poi sono tutt’altro che positive.
Sanità: in Italia macchinari vecchi. I nuovi arrivano nel 2026
A riaccendere i riflettori sul tema della sanità e dei macchinari vecchi presenti negli ospedali italiani è stato questa mattina, martedì 9 gennaio 2024, il giornale Sole 24 Ore. Secondo quanto riferito dalla testata, oltre la metà delle apparecchiature presenti nelle strutture andrebbero cambiate ma, per vederne di nuove e di ultima generazione bisognerà aspettare altri due anni.
Ciò che fa discutere oggi non sono tanto le attrezzature vecchie, quanto il fatto che la sostituzione di esse era prevista per il 2024. Invece, secondo ciò che ha riportato il giornale, tutto quanto slitterà di altri due anni.
I cittadini e le cittadine dovranno dunque attendere il 2026 per sfruttare nuove tecnologie diagnostiche per eseguire ecografie, Tac e risonanze magnetiche. Tutte tecnologie su cui il Pnrr, il piano nazionale di resilienza e resistenza, investe ben 1,2 miliardi di euro.
Lo ribadisce oggi il Sole 24 Ore, in apertura di prima pagina, che parla così dello slittamento del nuovo piano di ammodernamento tecnologico degli ospedali che non fa di certo piacere agli italiani e alle italiane. Anzi, il contrario.
Cosa prevede il piano?
Sempre secondo quanto riferito dal giornale oggi, il progetto di ammodernamento delle strutture ospedaliere italiane prevede lo stanziamento di 1,19 miliardi di euro da utilizzare per sostituire oltre 3mila macchinari sanitari presenti nelle strutture italiane con oltre 5 anni di vita.
Si parla nello specifico di attrezzature che servono per eseguire Tac, risonanze magnetiche, ma anche di acceleratori lineari, sistemi radiologici fissi, angiografi, gamma camera, gamma camera/Tac, mammografi, ecotomografi.
Di tutte queste nuove attrezzature previste, scrive la testata, 2.800 sarebbero già andate a gara. Lo avrebbero fatto tramite la piattaforma Consip. Così, alla centrale acquisti della Pubblica amministrazione risulterebbero già fatti la stragrande maggioranza degli ordini da parte delle Regioni.
Ciò sembra indicare, insomma, come abbiamo spiegato all’inizio, che oltre la metà delle attrezzature utilizzate risulta essere vecchia e andrebbe presto sostituita. Cosa che in un primo momento era prevista proprio per quest’anno, il 2024.
Il rinvio al 2026: ecco cosa sappiamo
Il rinvio al 2026 sarebbe legato, stando a quanto si apprende, alle richieste avanzate da alcune specifiche Regioni. Sarebbero state proprio queste ultime a presentare la domanda di rinvio della scadenza in quanto diversi ospedali italiani presenti sul territorio non sembrano essere pronti ad accogliere le nuove attrezzature e a metterle in funzionamento.
Il motivo? Secondo ciò che riferisce il Sole 24 Ore, mancherebbero “alcuni adempimenti”. Tra questi risulterebbero le procedure di smaltimento delle vecchie attrezzature, nonché alcuni lavori necessari per adeguare stanze locali ad accogliere nuovi macchinari, di dimensioni e strutture a volte leggermente diverse.
Sanità, la situazione negli ospedali italiani: non solo macchinari vecchi
Osservando alcuni dati di Confindustria presenti nell’articolo di oggi del Sole 24 Ore, appare chiaro che le apparecchiature diagnostiche negli ospedali italiani sono, per la maggior parte, da cambiare. È importante che le attrezzature utilizzate sui pazienti per compiere Tac, risonanze magnetiche, ecografie molto altro ancora siano all’avanguardia, di ultima generazione e dunque più efficienti.
Però, come già spiegato, per vedere un ammodernamento dovremo aspettare il 2026 (invece nel 2024 come inizialmente previsto).
Se da una parte c’è chi si lamenta degli ospedali presenti nel nostro Paese, da Nord a Sud dello Stivale, dall’altra invece ci sono coloro che hanno complessivamente un’opinione positiva.
Ricordiamo che lo scorso ottobre Agenas, Agenzia nazionale dei servizi sanitari ha pubblicato una classifica contenente i migliori ospedali italiani, sia pubblici che privati accreditati. Tra le varie strutture analizzate, a brillare sono stati l’Humanitas di Rozzano, nel Milanese e l’azienda Ospedaliera-Universitaria delle Marche, ad Ancona, al top per le cure e i servizi forniti. Queste sono state definite strutture d’eccellenza.