Incontro Arcelor Mittal e Governo salta l’accordo sull’ex Ilva di Taranto, si profila l’amministrazione straordinaria. Fumata nera al vertice tenutosi nella giornata di ieri, 8 gennaio, a Palazzo Chigi tra i vertici dell’azienda e la delegazione del Governo conclusosi con il rifiuto da parte del colosso industriale di assumere gli impegni finanziari e di investimento necessari per garantire la produttività del sito pugliese, oggi Acciaierie d’Italia. Nessuna volontà di investire risorse sul futuro dello stabilimento siderurgico, quindi.

Ex Ilva: cosa è successo all’incontro tra Governo e Arcelor Mittal

Nel corso del vertice il Governo ha proposto all’azienda una sottoscrizione dell’aumento di capitale sociale di 320 milioni di euro così da aumentare al 66% la partecipazione di Invitalia, proposta che, però, Arcelor Mittal ha rifiutato.

“Il Governo ha preso atto della indisponibilità di ArcelorMittal ad assumere impegni finanziari e di investimento, anche come socio di minoranza, e ha incaricato Invitalia di assumere le decisioni conseguenti, attraverso il proprio team legale.”

Si legge nella nota diramata da Palazzo Chigi.

Ex Ilva, i sindacati: “Si mettano in sicurezza azienda e lavoratori”

Convocate per giovedì 11 gennaio le organizzazioni sindacali per fare il punto sul futuro dello stabilimento di Taranto che a caldo hanno bollato come “gravissimo” l’atteggiamento dell’azienda e a seguito del mancato accordo tra Governo e Arcelor Mittal hanno ribadito la necessità di un controllo pubblico.

“L’indisponibilità di Mittal, manifestata oggi nell’incontro con il Governo, è gravissima, soprattutto di fronte alla urgente situazione in cui versano oramai i lavoratori e gli stabilimenti, e conferma la volontà di chiudere la storia della siderurgia nel nostro Paese.”

Hanno dichiarato i Segretari Generali di Fim-Cisl Roberto Benaglia, Fiom-Cgil Michele De Palma e Uilm-Uil Rocco Palombella in una nota congiunta.

“Nell’incontro di giovedì ci aspettiamo dal Governo una soluzione che metta in sicurezza tutti i lavoratori, compreso quelli dell’indotto, e garantisca il controllo pubblico, la salvaguardia occupazionale, la salute e la sicurezza, il risanamento ambientale e il rilancio industriale.”

Sulla vicenda Ilva era intervenuto ieri, 8 gennaio, anche l’ex Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda che ai nostri microfoni ha individuato nella scelta di abolire lo scudo fiscale l’inizio della fine della trattativa sull’ex Ilva.

“Quando–PD, M5S e Italia Viva – hanno abolito lo scudo penale, che poi hanno rimesso, è finita l’Ilva. Tutto ciò che vedremo da adesso fino alla fine sarà come l’Alitalia. La questione sarà quanti soldi gli italiani metteranno in quel carrozzone”.

Il destino dell’ex Ilva e di tutti i lavoratori è appeso ad un filo e i prossimi giorni saranno decisivi per capire in che direzione intenderà andare il Governo.

Intanto le preoccupazioni per il rischio ambientale rappresentato dallo stabilimento, oggi Acciaierie di Italia, restano alte. E’ di pochi giorni ad esempio l’episodio di una nube rossastra di fumo e polveri sollevatasi dallo stabilimento.