È stata arrestata perché nella giornata di ieri, 8 gennaio, si è gettata dal balcone di una palazzina di Ravenna insieme alla figlia di 6 anni, provocandone la morte: ecco chi è Giulia Lavatura. Sembra che avesse annunciato la tragedia in un lungo post pubblicato sui social, puntando il dito, in particolare, contro il padre, a suo dire “violento e aggressivo”.
Si è gettata dal balcone a Ravenna: chi è la 41enne Giulia Lavatura
Giulia Lavatura ha 41 anni e da ore è ricoverata nel reparto di Medicina d’urgenza dell’ospedale Bufalini di Cesena, dove dovrà essere operata per le profonde ferite riportate dopo essersi gettata da un balcone al nono piano di una palazzina di via Dradi, a Ravenna.
Con lei c’erano la figlia Wendy, di 6 anni, e il loro cane, entrambi morti sul colpo a causa del violento impatto. I fatti risalgono alla giornata di ieri, 8 gennaio. A dare l’allarme, dopo aver sentito le urla della bambina – che avrebbe chiesto alla mamma di “non farlo” -, erano stati dei vicini di casa della donna.
Quando gli agenti erano arrivati sul posto, per la piccola non c’era già più niente da fare. La madre, in gravissime condizioni, era stata trasportata d’urgenza in ospedale, venendo arrestata con le accuse di omicidio pluriaggravato e uccisione di animali.
Sembra che lavorasse come insegnante e che, nel frattempo, facesse ripetizioni di matematica su una piattaforma online chiamata ClassGap, che raccoglie tutti i profili di coloro che si iscrivono per offrire privatamente aiuto con lo studio. Perché abbia deciso di compiere un gesto così estremo non è chiaro, nonostante il lungo post pubblicato sui social poco prima della tragedia.
Il post pubblicato su Facebook prima della tragedia
Quando è uscita di casa con la bimba e il cane, il marito Davide Timò, ingegnere di professione, era presente, ma non si sarebbe accorto di nulla. C’è anche lui tra le persone che Lavatura cita nel “messaggio d’addio” lasciato online, in cui cerca di spiegare le motivazioni che l’avrebbero spinta a “farlo”, a tentare il suicidio insieme alla figlia.
Sembra che il padre Giuseppe la perseguitasse, che in passato l’avesse obbligata a farsi ricoverare contro la sua volontà, minacciandola e urlandole contro in modo aggressivo continuamente, anche davanti agli occhi della nipote. Una situazione ingestibile, che Lavatura avrebbe provato più volte a lasciarsi alle spalle, senza riuscirci.
È possibile che abbia visto nel gesto estremo l’unica via di fuga, che in questo modo pensasse di liberare sua figlia e la loro cagnolina. Dai primi accertamenti non risulterebbero però denunce intrafamiliari. Il sospetto è che la tragedia sia scaturita dal disagio personale di cui la donna, da anni, soffriva.
Il precedente di Venezia
Pochi giorni prima della drammatica vicenda di Ravenna, a Cinto Caomaggiore, in provincia di Venezia, un uomo aveva deciso di gettare la figlia di 5 anni dal balcone della sua abitazione, tentando il suicidio. Sembra che si fosse separato da poco dalla moglie e che la piccola gli fosse stata affidata per le vacanze di Natale.
Poco prima della mezzanotte del 5 gennaio scorso l’avrebbe presa tra le sue braccia, lanciandola di sotto. All’arrivo dei soccorsi, allertati da alcuni vicini di casa dell’uomo, la piccola – ancora viva, ma in gravi condizioni – era stata trasportata in codice rosso in ospedale, dove i medici la stanno curando.
Dopo essersi gettato ed essere rimasto illeso, il padre aveva invece tentato la fuga, venendo catturato e trasferito in caserma. È accusato di tentato omicidio. Ascoltata, l’ex moglie ha dichiarato di essersi sempre fidata di lui, di non aver mai pensato che la bimba fosse in pericolo.