Negli ultimi mesi, le prospettive su Bitcoin sono state in gran parte ottimistiche grazie all’arrivo dell’halving 2024. Tuttavia, la recente ma leggera correzione del prezzo ha suscitato opinioni contrastanti sul futuro del panorama delle criptovalute.
Nonostante molte previsioni siano orientate al rialzo, sia per l’attesa dell’approvazione dell’ETF spot su Bitcoin, sia per il notevole slancio registrato nel 2023 dai prezzi di vari progetti decentralizzati, sia per l’halving imminente, sorge la domanda: qual è il potenziale scenario se le cose dovessero prendere una brutta piega?
Conviene investire in Criptovalute nel 2024?
Le ragioni principali che alimentano prospettive rialziste sul valore delle principali criptovalute circolanti, discusse ampiamente ultimamente, hanno fondamenti diversi. Tra questi, troviamo l’innovazione tecnologica, un aumento nell’adozione sia da parte degli utenti individuali che delle grandi istituzioni e le aspettative legate agli eventi rilevanti nell’ambito delle criptovalute, come l’halving di Bitcoin. Uno dei punti cruciali di questo dibattito riguarda il settore del mining di Bitcoin, spesso considerato un aspetto tecnico e misterioso che però ha un ruolo essenziale nell’economia delle criptovalute. Nonostante la sua importanza vitale, il mining di Bitcoin non sempre riceve l’attenzione necessaria nelle conversazioni sul futuro del settore. La robustezza di Bitcoin, la valuta digitale leader, dipende in gran parte dal processo di mining, che garantisce sicurezza e integrità alla rete tramite la verifica e la registrazione delle transazioni. Le dinamiche di questo settore sono intricate e hanno un impatto diretto sui prezzi delle criptovalute nel lungo periodo.
Di recente, una delle notizie salienti nel campo del mining è stata il record di estrazione di Bitcoin stabilito da Marathon Digital, un’azienda di primo piano nel settore con un’offerta pubblica in borsa con il simbolo MARA. L’annuncio dell’azienda sulla produzione eccezionale di oltre 1.800 Bitcoin, in previsione dell’imminente halving, ha suscitato grande interesse. Tuttavia, ha anche sollevato alcune preoccupazioni, poiché il loro rapporto indica che quasi il 40% dei Bitcoin estratti è stato venduto nel mese di dicembre. Questo potrebbe indicare un atteggiamento cauto verso il mercato da parte di Marathon Digital, nonostante il loro notevole coinvolgimento nel settore delle criptovalute.
Oltre a questi sviluppi, il settore mining offre spunti di riflessione ulteriori e talvolta contrastanti. Sebbene il mining sia considerato il motore propulsore di Bitcoin, si sorgono dubbi sulla sua sostenibilità a lungo termine, specialmente con il dimezzamento dell’offerta in vista. In un mercato così volatile e ciclico, con fasi di crescita e calo, è cruciale per le aziende di mining continuare a innovare e adattarsi. Aziende come Hut8 e Core Scientific stanno investendo in nuove tecnologie per rimanere competitive. Tuttavia, il futuro del mining di Bitcoin non è privo di sfide. Con l’aumento dei costi operativi e la potenziale riduzione della redditività a seguito della diminuzione dell’offerta, alcune società di mining potrebbero trovarsi in difficoltà. Questo potrebbe avere impatti sull’intera rete Bitcoin, influenzando la potenza di calcolo complessiva e, di conseguenza, la sicurezza e la stabilità della rete. In caso di condizioni meno favorevoli, potrebbe verificarsi una diminuzione degli operatori di mining attivi, causando incertezza e potenzialmente influenzando negativamente il prezzo del Bitcoin.
La previsione dell’esperto
L’ottimismo nei confronti del mining delle criptovalute deriva principalmente dalla speranza che il prezzo del BTC possa emulare i cicli passati, con una significativa ascesa dei prezzi che continui a rendere l’estrazione di BTC un’attività vantaggiosa per i minatori. Tuttavia, non tutti mantengono un’attitudine estremamente positiva a breve termine. Arthur Hayes, ad esempio, cofondatore del noto exchange BitMEX e da tempo uno dei punti di riferimento del settore, ipotizza la possibilità di una marcata correzione del prezzo di Bitcoin, stimando un calo potenziale fino al 40% entro marzo 2024.
Uno dei principali argomenti a favore di questa proiezione è il declino del saldo del programma RRP (Reverse Repo Program), che potrebbe determinare una significativa riduzione della liquidità, con conseguenze negative sul prezzo di Bitcoin. Questa situazione potrebbe privare la macchina anti-inflazionistica di Bitcoin di uno strumento chiave utilizzato negli ultimi 10 anni: una quantità crescente di moneta. Inoltre, il Bank Term Funding Program (BTFP) giungerà alla scadenza l’12 marzo. Secondo Hayes, c’è il rischio che molte piccole banche possano andare in crisi se la Federal Reserve non rinnoverà il programma.
Sotto il profilo tecnico, i ribassi delle ultime settimane, benché rapidamente recuperati, hanno innescato un’iniziale, seppur lieve, azione di “scarico” degli indicatori tecnici. Questi indicatori, nella maggior parte dei casi, segnalavano livelli di eccesso grafico, orientandosi verso una prospettiva naturalmente rialzista. La soglia dei $45.000 ha dimostrato di essere un ostacolo tecnico più arduo da superare del previsto, poiché molti prevedevano una correzione in prossimità del livello dei $50.000. È fondamentale considerare che il prezzo di Bitcoin rimane in una zona di ipercomprato, ma al contempo, il primo tentativo di correzione è stato sostenuto dalla domanda di mercato, che ha impedito al prezzo di Bitcoin di avvicinarsi al primo supporto significativo, ossia i $40.000.