È finito agli arresti domiciliari il sindaco di Palma Campania, Aniello detto Nello Donnarumma, indagato per corruzione. Il primo cittadino è risultato essere destinatario di un’ordinanza, insieme ad altri due dipendenti comunali e cinque imprenditori della zona. Il provvedimento cautelare riguarda articolate attività di indagine condotte tra il 2021 e il 2022.

Sindaco di Palma Campania ai domiciliari: ecco perché

Nello Donnarumma, sindaco di Palma Campania, piccola località in provincia di Napoli, è stato raggiunto nelle prime ore della mattinata di oggi, martedì 9 gennaio 2024, da un’ordinanza di applicazione di misura cautelare.

Questa è stata emessa dal gip del Tribunale di Nola su richiesta della Procura nolana. A metterla in atto sono stati gli esperti e i carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna.

Il primo cittadino è così finito ai domiciliari. L’accusa che viene mossa nei suoi confronti è quella di corruzione. Ma il sindaco non è l’unico coinvolto in tale vicenda. In manette sono stati messe anche altre sette persone indagate.

Nello specifico, oltre a Donnarumma, un altro soggetto è finito agli arresti domiciliari. Tre sono stati raggiunti dalla misura coercitiva non custodiale del divieto di dimora. Per gli ultimi tre i militari hanno provveduto alla misura interdittiva del divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per la durata di un anno.

Le accuse

Gli otto indagati sembrano essere coinvolti, a vario titolo e in varia misura, in atti di corruzione, turbata libertà degli incanti, falso in atto pubblico, depistaggio e subappalto non autorizzato. Tra i destinatari della misura, oltre a dipendenti comunali ed imprenditori, risulta esserci appunto il sindaco del Comune di Palma Campania, Aniello Donnarumma. Ed è proprio la notizia dell’arresto del primo cittadino ad aver sconvolto la comunità e a lasciare tutti senza parole.

Il provvedimento cautelare di questa mattina p arrivato dopo l’epilogo di dettagliate attività di indagine che sono state condotte tra il 2021 e il 2022. Le operazioni investigative, eseguite dal Nucleo Investigativo con l’ausilio della Stazione di Carbonara di Nola, hanno consentito di portare alla luce alcune irregolarità nella gestione dell’Ente.

Gli investigatori e gli esperti del settore hanno notato un presunto sistema di asservimento dei pubblici poteri per soddisfare interessi particolaristici e di natura clientelare. Nello specifico, come dichiarato in una nota, nel corso delle indagini i professionisti hanno raccolto “plurimi elementi indiziari” sul presunto illecito svolgimento di procedure di gara.

Queste ultime avevano come oggetto interventi di manutenzione stradale, di cura delle aree verdi, ma anche lavori di ristrutturazione presso alcuni edifici scolastici della zona. Ad esse si aggiungevano operazioni di carotaggio su fondi interessati dallo sversamento di rifiuti.

Cosa è emerso durante le indagini

Nel corso delle indagini è emerso che le procedure sarebbero state turbate dagli indagati in vario modo. Lo scopo? Predeterminare l’esito in favore di alcuni imprenditori aggiudicatari, i quali spesso erano anche personaggi politici locali conosciuti della zona.

Questi, secondo le accuse, avrebbero esercitato a loro volta la propria influenza negli uffici comunali proprio per ottenere dei benefici.

Lo “schema” si sarebbe ripetuto svariate volte. Stando a quelli che sono gli elementi acquisiti nel corso delle attività investigative, il Giudice per le indagini preliminari ha ravvisato la configurabilità di molteplici episodi di corruzione.

Episodi in cui l’asservimento della funzione pubblica, correlata all’aggiudicazione di appalti di lavori, servizi e forniture, avrebbe avuto luogo in cambio di denaro o altre utilità. Ci sarebbe stato anche un tornaconto di carattere elettorale connesso all’assunzione di soggetti segnalati dai pubblici ufficiali da parte degli imprenditori coinvolti e beneficiari di tali appalti.

Non è la prima volta che sentiamo parlare di primi cittadini indagati per corruzione. Lo scorso agosto, per motivi diversi, era finito al centro della bufera il sindaco di Monopoli, accusato anche di turbativa d’asta e abuso d’ufficio.