Coalizione unita, anzi no, ma meglio di sì. La situazione nel centrodestra in vista delle Elezioni Regionali di questo 2024 somiglia a uno psicodramma in cui esigenze di stabilità del governo nazionale entrano in pesante conflitto con le necessità di ogni attore politico di marcare il proprio territorio e conquistarsi un posto sotto il sole.

A maggior ragione se il sole è quello splendente della Sardegna, una delle regioni che saranno chiamate alle urne, governata da Christian Solinas del Partito Sardo d’Azione/Lega per Salvini Premier. Un nome da confermare, secondo la visione del deputato leghista Stefano Candiani che, però, potrebbe portare più di un malumore tra i partner di governo.

Regionali 2024, Candiani (Lega) conferma Solinas: “Con lui si è vinto cinque anni fa e si può vincere di nuovo”

Se non è aria di spaccatura, poco ci manca.

Perché, dopo che la Befana aveva portato il centrodestra sardo a individuare in Paolo Truzzu, attuale sindaco di Cagliari, il nome per la candidatura a Presidente della Regione, questa nuova presa di posizione della Lega per il governatore uscente rischia di alimentare ulteriormente le tensioni.

Candiani, infatti, tira dritto su Solinas e con lui, compatto, il Carroccio.

“Solinas è il presidente della Regione Sardegna che ha vinto le elezioni cinque anni fa, quindi è il candidato naturale. Uniti si è vinto cinque anni fa e uniti si può vincere di nuovo, con Solinas, anche quest’anno“.

Candiani (Lega) sulla possibile spaccatura del centrodestra: “Ipotesi irrealizzabile”

Il deputato della Lega minimizza i contrasti emersi finora tra i partiti di maggioranza sulle Regionali 2024 e sul nome di Solinas, parlando di consuete “dinamiche di confronto“, e sembra convinto che nessuno degli alleati vorrà rompere la coalizione.

“Non c’è nessuna ragione per cui la coalizione non debba ritrovarsi unita. Fughe in avanti o prese di posizione che dividano la coalizione non sono l’asse vincente”.

Allo stesso tempo, sebbene i fatti degli ultimi giorni dicano l’esatto contrario, ripete che la coalizione si ritroverà unita intorno al nome di Solinas.

Parole che, a questo punto, somigliano quasi a un auspicio per una ‘profezia che si autoavveri’, più che a un programma politico.