La carriera di Franz Beckenbauer: dai due Palloni d’oro al record sui Mondiali vinti. – Cinque campionati tedeschi, tre Coppe dei Campioni, un Europeo, due Mondiali (uno da giocatore e uno da allenatore). Basterebbero queste pochissime parole per descrivere la grandezza di Franz Beckenbauer, morto nella giornata di domenica 7 gennaio. Un difensore che tutti hanno apprezzato e continueranno ad apprezzare per quello che ha dato. Anche chi non l’ha vissuto, attraverso video e racconti di chi ha potuto vederlo all’azione, lo definisce come uno dei migliori difensori della storia. Tanti il migliore.
Perché Beckenbauer è stato difensore moderno quando non si aveva ancora la minima idea di cosa significasse e perché si è sempre contraddistinto per stile, personalità e qualità tecniche. A parlare chiaro è la sua carriera e il suo palmares. Di seguito ecco dunque un resoconto del suo percorso da allenatore prima e calciatore poi.
La carriera di Franz Beckenbauer, colui che ha reso “grande” il Bayern
Quando si parla di Franz Beckenbauer – morto lunedì 8 gennaio – , si pensa al Bayern Monaco. Inevitabile farlo, visti i 18 anni totali tra settore giovanile e prima squadra. Classe 1945, già a 15 anni – nel 1959 – è entrato a far parte del settore giovanile del Bayern. L’esordio in prima squadra è arrivato nel 1964. Da lì, per 13 anni, ne ha indossato la maglia e la fascia da capitano. Il palmares parla chiaro. Quattro Coppe nazionali (1965-1966, 1966-1967, 1968-1969, 1970-1971), quattro volte il campionato tedesco (1968-1969, 1971-1972, 1972-1973, 1973-1974), una Coppa delle Coppe (1966-1967), tre Coppe dei Campioni (1973-1974, 1974-1975, 1975-1976) e una Coppa Intercontinentale (1976).
Tredici trofei totali per chi è stato e sarà sempre il simbolo di quel Bayern. Risultati che non sono passati inosservati, al punto che Beckenbauer vinse il Pallone d’oro nel 1972 e nel 1976. E per un difensore, si sa, è già tosta vincerne uno. In carriera ha raccolto in totale 744 presenze e 97 gol.
Nel 1977, al termine della sua unica vera avventura calcistica, passò ai NY Cosmos, dove rimase per tre anni. Vinse anche qui, portando a casa tre campionati nordamericani. Poi la parentesi Amburgo nel 1981/82, quando vinse il campionato, e l’addio al calcio ancora con la maglia dei NY Cosmos. 103 presenze e 14 gol invece durante l’avventura con la nazionale tedesca. Con la maglia della Germania arrivò secondo al Mondiale del 1966, terzo nel 1970, quando giocò con la spalla lussata durante il famoso Italia-Germania 4-3. Tra il 1972 e il 1974 vinse prima l’Europeo, poi il Mondiale in casa battendo la fortissima Olanda di Crujiff. L’addio al calcio di Beckenbauer dopo una carriera da leader arrivò nel 1983.
La carriera da allenatore
Più breve, ma comunque intensa la carriera da allenatore. Dopo l’addio al calcio diventò commissario tecnico della nazionale tedesca nel 1984 e fino al 1990, arrivando secondo nel Mondiale 1986 e vincendo quello del 1990, giocato in Italia. Insieme al brasiliano Mário Zagallo (morto pochi giorni prima) e al francese Didier Deschamps detiene un record. Lui è infatti una delle tre persone ad aver vinto il mondiale sia da giocatore sia da allenatore. Come Deschamps, l’ha fatto da capitano.
Dopo l’avventura con la nazionale, nel 1990 salì sulla panchina dell’Olympique Marsiglia, ma venne esonerato dopo soli tre mesi, a dicembre dello stesso anno. Tornò quindi al Bayern Monaco, diventando allenatore nel 1993. Il 30 giugno 1994 lasciò la panchina dopo aver vinto il campionato. Tornò sulla panchina bavarese il 28 aprile 1996. In quella stagione vinse la Coppa UEFA 1995-1996. Successivamente ricoprì altri incarichi dirigenziali, tra cui quelli di presidente e vicepresidente del Bayern, prima di diventare vicepresidente Fifa per quattro anni. Dal 2009 era presidente onorario del club bavarese.