“Una vita da mediano”, proprio come cantava Ligabue: Masimo Crippa ne è l’esempio. Votato al sacrificio per il bene della squadra, con polmoni d’acciaio e grande spirito di adattamento. Partito dalle categorie minori, è stato il Torino a lanciarlo nel calcio professionistico, ma è con il Napoli che si è tolto le sue soddisfazioni più grandi. Guidato dal mito Maradona, vince una Coppa UEFA, uno scudetto e una Supercoppa italiana. In cinque stagioni colleziona oltre 150 presenze, prima di passare al Parma, altro club con cui scrive un’importante pagina di storia. Per commentare la folle crisi del Napoli, Crippa è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Crisi Napoli, Crippa a Tag24

L’arrivo del nuovo allenatore sembrava potesse rappresentare una svolta per il Napoli, ma le cose anzichè migliorare, sono addirittura peggiorate. Il rapporto con Garcia non è mai decollato, la scintilla con la squadra non è scoccata e Mazzarri sperava di poter normalizzare uno spogliatoio a rischio deriva. Il 3 a 0 di ieri contro il Torino però, dopo un mese di dicembre disastroso e l’eliminazione anche dalla Coppa Italia, presta il fianco a una disamina ancora diversa. I Campioni d’Italia non riescono a riprendersi, il gioco latita e ai pricnipali artefici del grande spettacolo dello scorso anno, ora non riesce più niente. La squadra sembra aver mollato, ma il campionato è solo a metà e c’è ancora tanta strada da fare. Per commentare la crisi del Napoli, Crippa, che in azzurro ha vinto lo scudetto del 1990 e che conosce bene l’ambiente, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Quella del Napoli è una stagione disastrosa. La squadra, secondo te, ha completamente mollato?

“E’ evidente che il Napoli è in un momento di grave difficoltà. Dopo il cambio dell’allenatore si sperava in una svolta, e invece i risultati sono addirittura peggiorati. L’unica cosa positiva è stata il passaggio del turno in Champions League, ma serve qualcosa di diverso anche in campionato. Peccato, perché c’erano le basi per aprire davvero un ciclo vincente. La stagione dello scorso anno era evidentemente irripetibile, ma resta il fatto che da questi ragazzi ci si aspettava molto di più. Non è possibile che i Campioni d’Italia, alla fine del girone d’andata, siano a metà classifica e a 20 punti dalla vetta”.

Ma sei riuscito a darti una spiegazione per quello che è successo?

“Io a Napoli ho vissuto una situazione molto simile. Abbiamo vinto lo scudetto nel ’90 e l’anno successivo abbiamo incontrato tantissime difficoltà. Probabilmente, dopo aver vinto in una piazza così complicata, ripetersi è difficilissimo. E poi subentra l’appagamento e un po’ di rilassatezza. Però credo che rispetto alla nostra squadra ci siano molte difficoltà. Il Napoli dell’epoca era fatto di tanti giocatori di grande esperienza, arrivati ormai a una certa età e che si avviavano verso la fine della carriera. Quella di adesso invece è una squadra di giovani di grande talento, che poteva davvero aprire un ciclo importante. È chiaro che fino a questo momento è la delusione più grande del campionato”.

Dipende anche dal mercato?

“Sul mercato il napoli ha perso solo Kim, che è stato rimpiazzato da un calciatore giovane. Forse si poteva fare una scelta diversa, perchè Natan ha bisogno di un po’ più di tempo per capire alle perfezione le nuove dinamiche. Ma per il resto la formazione è più o meno la stessa. Tutti si aspettavano qualcosa di più, e Mazzarri non poteva di certo fare i miracoli. Il Napoli ora è davvero in grossa difficoltà”.

Eppure dall’arrivo di Mazzarri qualcosa sembrava poter cambiare, ma poi le cose sono crollare. Ha qualche responsabilità anche il mister?

“Assolutamente, no. Mazzarri non è responsabile di niente. In campo ci vanno i giocatori e sono loro che devono riuscire a dare una svolta a questa stagione. Adesso il Napoli non avrà neanche i calciatori impegnati in Coppa d’Africa, Osimhen, su tutti. Il campionato si fa ancora più complicato, ma c’è tutto un girone di ritorno per fare bene. Le partite per recuperare ci sono e i punti in palio sono ancora molti. La Champions deve rimanere l’obiettivo, e dista solo cinque punti, ma questa squadra dovrebbe darsi una registrata immediatamente. E poi la svolta dovrà essere immediata, perché tra poco ci sarà anche la partita con il Barcellona in Champions League. Sulla carta la squadra di Mazzarri può giocarsela, ma di certo non quella vista ieri a Torino”.

Questi risultati, riabilitano un po’ la figura di Garcia, oppure pensi che i problemi partano proprio dalla preparazione fisica del mister francese?

“Non conosco dall’interno il tipo di preparazione fatta da Garcia e non posso esprimermi in merito. Quel che è chiaro però, è che dopo Spalletti, ci si aspettava un allenatore completamente diverso. Il francese era fuori dal campionato italiano già da un po’ di tempo, era reduce dal campionato arabo, che per quanto possa essersi sviluppato, è ancora ben distante dal nostro. L’impatto non è stato dei migliori insomma. Non so se fosse l’allenatore giusto per ripartire dopo la vittoria dello scudetto. Probabilmente De Laurentiis aveva altre idee, ma alla fine ha dovuto ripiegare sul tecnico ex Roma”.

A proposito di allenatore e di futuro, per la prossima stagione ti aspetti un nome altisonante, tipo Conte, oppure De Laurentiis deciderà di ripartire da un giovane di talento e prospettiva?

“Conte lo conosciamo tutti, è un allenatore che ha fatto bene ovunque, ma è anche un mister che vuole determinati giocatori. Se dovesse essere lui il mister del Napoli, farebbe richieste specifiche sul mercato perchè vuole calciatori con certe caratteristiche. Credo invece che per ripartire, questa squadra abbia bisogno di un allenatore giovane. Arrivati a questo punto serve qualcosa di nuovo”.