Cos’è la batteria a gravità? Si tratta di un dispositivo che potenzialmente potrà rivoluzionare la possibilità di immagazzinare energia.
L’invenzione si allinea poi alle esigenze ambientali e alla necessità di trovare soluzioni tecnologiche sempre più efficienti ed ecosostenibili.
Come intuibile dal nome, questa tipologia di batterie riesce a sfruttare la forza gravitazionale del nostro pianeta per accumulare energia.
Ecco più precisamente come funziona e quali possono essere i campi di applicazione.
Cos’è la batteria a gravità: come funziona
Una batteria a gravità è capace di immagazzinare e successivamente rilasciare energia mediante il principio fisico di Newton secondo cui ciò che sale è destinato poi a ricadere sotto effetto della forza gravitazionale.
Si tratta dunque di un metodo altamente innovativo che si inserisce appieno nello sviluppo di fonti di energia rinnovabili.
Il principio di funzionamento è infatti da associare allo sfruttamento delle risorse di energia green come quella solare o eolica.
In ogni meccanismo di conversione di energia rinnovabile in potenza elettrica si potrà avere una quota di energia eccedente a quella richiesta.
L’invenzione della batteria a gravità utilizza questa energia per trasformarla a sua volta in forma gravitazionale. A quel punto il dispositivo riesce a immagazzinarla per poi essere riutilizzata in un secondo momento.
Più precisamente, con l’aliquota di energia fornita da un impianto rinnovabile si può sollevare un peso di alcune tonnellate fino ad una altezza predeterminata.
Questo processo fa acquisire all’oggetto sollevato energia potenziale gravitazionale il cui valore è direttamente proporzionale al suo peso e alla quota di innalzamento.
Finché l’impianto è a regime non c’è alcuna necessità di attingere alla riserva immagazzinata. Quando invece il contributo solare o eolico iniziano a diminuire il volume di energia elettrica prodotta, si ricorre all’intervento della batteria a gravità.
Il peso viene dunque lasciato libero di cadere sotto l’effetto appunto della forza gravitazionale terrestre. La discesa avviene in maniera graduale e lenta in modo che possa attivare un generatore.
È poi questo dispositivo a trasformare l’energia potenziale gravitazionale in energia elettrica. La caduta del peso di fatto sostituisce l’azione del movimento delle pale eoliche o il moto di un corso d’acqua per una centrale idroelettrica.
Vantaggi tecnologici
Tuttavia questa soluzione offre un metodo più efficiente e stabile. La batteria a gravità inoltre riesce ad accumulare energia sfruttando la sola forza di gravità senza ricorrere a soluzioni chimiche come le tradizionali batterie di accumulo.
Ciò ovviamente è un fattore a vantaggio in quanto rappresenta ad oggi la versione più sostenibile per l’ambiente. Potenzialmente sono poi dispositivi con una vita di utilizzo nettamente superiore.
Un altro enorme vantaggio risiede nei costi di costruzione e di gestione, rispetto ad alternativi meccanismi di accumulo di energia.
Se ci riferiamo per esempio ad un impianto idroelettrico, le componenti destinate all’immagazzinazione possono arrivare a costare fino 5.000 euro per ogni kilowatt installato.
Per contro, le batterie a gravità presentano una maggior versatilità e una più ampia gamma di soluzioni di impiego.
Sfruttando lo spazio di una cava di estrazione minerale ormai in disuso, si può realizzare un impianto di batteria a gravità con un costo di circa 200 euro a kilowatt installato.
Oltretutto lo stesso principio può essere adattato anche a soluzioni in scala ridotta. Per questo motivo le batterie a gravità sono attualmente il passo più importante verso un impatto zero con l’ambiente.
Anche il confronto con le comuni batterie al litio risulta estremamente sbilanciato. Quest’ultime hanno una vita utile generalmente di 1000 cicli di carica e ricarica, il che riduce notevolmente la capacità di immagazzinare energia in modo efficace.
Le batterie a gravità invece non perdono le proprie caratteristiche nel tempo e necessitano di una manutenzione minima.