Uno show da navigato uomo di spettacolo che, sempre di più, sembra solo ‘prestato’ alla politica, quello tenuto da Donald Trump in un comizio in Iowa, che ha avuto come vittima eccellente il presidente francese Emmanuel Macron. Un’imitazione dell’accento francese dell’inquilino dell’Eliseo che ha ottenuto l’effetto desiderato di esaltare la folla nella corsa alle primarie repubblicane.

Lo show di Trump: deride Macron imitandone l’accento francese in un comizio

Guardando il video diventato virale sui social dell’ultima uscita pubblica di Donald Trump, viene sempre più da domandarsi perché abbia lasciato una carriera da perfetto showman così avviata, per gettarsi nel complicato e irto di insidie agone politico.

Nell’attesa di sapere se il suo ricorso contro l’esclusione dalle primarie nel Maine e in Colorado sarà accettato dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, Trump si è recato a Newton, in Iowa, per un’altra tappa della corsa elettorale.

Qui, in oltre due ore di puro spettacolo, l’ex presidente ha sfoggiato tutta la sua abilità di arringatore di folle e conquistatore di consensi. Ma il picco di approvazione lo ha raggiunto quando ha ricordato uno scambio col suo allora omologo francese Emmanuel Macron, da Trump introdotto come “un tipo molto, molto gentile“.

Una telefonata piuttosto animata nella quale il tycoon e Macron avevano discusso della tassazione al 25% dei colossi del digitale Usa in Francia.

Trump, in un impeto di testosterone e avanspettacolo, ha spiegato come spinse il presidente francese a desistere dalla sua decisione, raccontando la telefonata con tanto di imitazione irriverente dell’accento francese di Macron, come certifica il video che sta facendo il giro del Web.

Trump e la minaccia a Macron sui dazi doganali per lo champagne francese

Trump ha descritto, ovviamente, la telefonata a uso e consumo dei suoi scopi elettorali e del suo pubblico.

Eccolo, quindi, fare la ‘voce grossa’ con Macron, intimandogli di ritrattare il provvedimento sulla tassazione delle aziende digitali americane, pena un aumento vertiginoso dei dazi doganali per l’importazione dello champagne francese negli Usa.

“Beh, è meglio che tu lo annulli perché se non lo annulli, pagherai il 100% dei dazi doganali su tutti i vini e gli champagne spediti negli Stati Uniti a partire da stasera”.

Al che Macron si sarebbe tirato indietro, quasi supplicando l’allora presidente Usa di non mettere in atto la sua minaccia. Un comportamento intimorito, raccontato da Trump continuando a scimmiottare l’accento francese di Macron, tra gli ululati e gli applausi di approvazione del pubblico.

A prescindere da come finiranno le primarie del Partito Repubblicano, il confine tra tv di costume e politica non è mai stato così sottile come negli ultimi giorni a Newton, in Iowa.