A distanza di quasi ventiquattr’ore, non si è ancora spenta l’eco delle polemiche dopo la tradizionale adunata in memoria delle vittime della sparatoria di via Acca Larentia, nel quartiere romano di San Giovanni, del 7 gennaio 1978, in cui rimasero uccisi Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta e qualche ora più tardi Stefano Recchioni. Molti gli esponenti dell’opposizione, soprattutto, a sottolineare la disparità tra l’identificazione dell’uomo, che esattamente un mese fa aveva gridato “Viva l’Italia antifascista” a margine della prima alla Scala, e la scena vista ieri. Non foss’altro per la presenza sul posto delle forze dell’ordine, così come – denunciano gli esponenti di centrosinistra – di loro colleghi delle istituzioni locali e nazionali.
Ancora polemiche dopo la tradizionale commemorazione di ieri per le vittime di Acca Larentia
L’anniversario della strage di Acca Larentia – ha scritto la dem Pina Picierno su X – è da decenni l’occasione per tenere in ostaggio un quartiere della Capitale, per inneggiare al fascismo marciando e facendo saluti romani. Ieri come oggi nessuno fa nulla, tutto è tollerato, tutto è giustificato. Dove c’è un fascismo…
A ciò si aggiungono le parole di Maurizio Lupi di Noi moderati che, oltre a chiedere giustizia per le vittime di Acca Larentia, individuando i responsabili, aggiungono:
I saluti romani ad Acca Larentia sono estranei alla nostra cultura politica e a quella del centrodestra ed essendo contrari ai valori della Costituzione, non abbiamo nessuna difficoltà a condannarli.
Si invoca il reato di apologia di fascismo e si prende di mira Piantedosi
Si parla poi del reato di apologia di fascismo. Ne parla l’eurodeputato di Italia viva Nicola Danti.
Il governo di Giorgia Meloni ha creato tantissime tipologie di nuovi reati, ma forse, visto il silenzio, ne ha abrogato uno: l’apologia di fascismo. L’adunata di ieri ad Acca Larentia è impressionante, il ministro Piantedosi ha qualcosa da dire?
Prima di lui la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein.
Roma, 7 gennaio 2024. E sembra il 1924. Presenteremo un’interrogazione al ministro Piantedosi, quel che è accaduto non è accettabile. Le organizzazioni neofasciste vanno sciolte, come dice la Costituzione.
E promette interrogazioni al ministro anche il deputato di Alleanza Verdi Sinistra Angelo Bonelli.
Come sia stato possibile che si sia permessa questa sceneggiata fascista? La glorificazione e la celebrazione di simboli e gesti inneggianti al fascismo sono inaccettabili e vanno contro i valori fondamentali della democrazia e della convivenza civile.
Questa – sintetizza Carlo Calenda di Azione – è una vergogna inaccettabile in una democrazia europea.
Boldrini: “Stavolta non c’è stata nessuna identificazione”
Usa il termine vergogna anche Laura Boldrini del Pd.
Un signore alla prima della Scala grida “Viva l’Italia antifascista“, cioè il principio base della nostra Costituzione, e viene immediatamente identificato dalla Digos come se fosse un potenziale pericolo. Centinaia di persone si radunano, ogni anno, facendo chiara apologia del fascismo a braccio teso, cioè contro la Costituzione, e nessuno interviene, né li identifica, né lo impedisce. Il mondo alla rovescia, la vergogna è questa qui
Tra chi si ricollega all’evento alla Scala, il segretario di +Europa, Riccardo Magi:
Il ministro Piantedosi dovrebbe chiarire perché questo diverso trattamento tra chi afferma un principio costituzionale e chi invece della costituzione italiana se ne frega.
Per il Movimento 5 Stelle interviene la senatrice presidente della commissione di vigilanza Rai, Barbara Floridia.
Il saluto romano è espressione di un’ideologia generatrice di morte e di sopraffazione, che ha portato il nostro Paese alla distruzione. Non ha nulla a che vedere con la commemorazione, il cordoglio e la pietà per chi è morto. Su questo non possono esserci dubbi ed è doveroso che ci sia unanimità tra le forze politiche nel respingere e condannare ogni rigurgito di violenza, da chiunque arrivi.
Vuole infine porre l’accento sulla parola antifascismo il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani.
Siamo una forza che certamente non è fascista, siamo antifascisti. Chi ha avuto un comportamento del genere certamente deve essere condannato da parte di tutti, come devono essere condannate tutte le manifestazioni di sostegno a dittature. C’è una legge che prevede che non si possa fare apologia di fascismo nel nostro Paese, è vietato dalla legge.
Il racconto della serata di ieri su Tag24.