Marco Simone Milan e non solo. 54 gol solo in Serie A e poi tanti altri in Francia per l’immenso attaccante italiano che militò anche nel Paris Saint-Germain e nel Monaco e che fu tra i primi a portare avanti una carriera sportiva di primissimo livello insieme ad un’attenzione per l’outfit quasi pionieristica. Ne parla volentieri il bomber che stregò Arrigo Sacchi e Fabio Capello ospite del morning show condotto da Bussoletti e Arianna Caramanti tutti i giorni dalle 6 alle 9. Un intervento che è stato anche mandato in tv sul canale 122 del digitale terrestre. Ecco i passaggi più importanti dell’intervista.
Marco Simone Milan, Weah e la concorrenza sotto la doccia
“Weah era impressionante anche sotto la doccia? Siamo in fascia protetta? Posso solo dire, però, che in quella squadra aveva una grande concorrenza con Ruud Gullit e Frankie Rijkaard su tutti ma non solo. Chi? Vi basta riguardare quella rosa e lo capite facilmente chi competeva in tal senso. A parte le doti “da doccia“, comunque, quella era un Milan di tanti ragazzi che piacevano: c’erano per esempio Paolo Maldini e Billy Costacurta. E Bubu Evani? Ah ah.”
Sulle “marachelle” del passato
“Alcune marachelle di quando ero un giovane calciatore si possono raccontare perché sono in prescrizione? Diciamo che la maggior parte le ho fatte con George Weah, quando io ero scapolo e lui per circa un anno venne a vivere da come. Ma sono marachelle che sono irraccontabili per cui la finisco qui.”
Sulla scarpa bianca
“Inventai la scarpa bianca? E’ vero ma sono un inventore poveraccio. Le indossai per la prima volta nel 1995, nella finale di Coppa di Campioni contro l’Ajax, quando tutti i calciatori avevano gli scarpini neri e fu una cosa mai vista prima. Se avessi potuto tecnicamente depositare quell’idea, sarei diventato miliardario ma era impossibile depositare “il colore bianco“. Comunque l’anno dopo tutte le marche mondiali, da Nike ad Adidas, non fecero più le scarpe nere.”
Marco Simone Milan, sulla storica tripletta al Rosenborg in Champions
“Sono rimasto nella storia per aver segnato tre gol in diciannove minuti al Rosenborg in Champions? E’ vero ma forse là non se lo ricordano con altrettanta gioia. Pensa che una volta mi sono proposto come allenatore e mi hanno attaccato il telefono in faccia. Ora il record è di Lewandowski ma non sono dispiaciuto. I record sono fatti per essere battuti e a me resta comunque un ricordo indelebile.”
Sul passaggio al Paris Saint-Germain
“In otto stagioni al Milan ho vinto quattro campionati italiani, due Coppe dei Campioni/Champions League, due Coppe Intercontinentali, tre Supercoppe UEFA e tre Supercoppe italiane. Poi il ciclo è finito e non avevo voglia di giocare per nessun’altra squadra in Italia. Potevo, per esempio, andare alla Juventus, che rispetto molto come club, ma preferì l’esperienza all’estero. Nel 1998, in modo del tutto inatteso, io andai al Psg e Gianluca Vialli, scomparso un anno fa, al Chelsea. Fummo i primi due italiani a lasciare la serie A per l’estero, tra l’altro in quel periodo anni novanta dove il calcio più importante in Europa era in Italia. Ora i giovani partono di più? E’ brutto a dirsi ma vanno dove sta il Dio denaro, dove la moneta è più importante.”
Ecco qua il podcast dell’intera intervista di Marco Simone:
https://www.radiocusanocampus.it/it/marco-simone-dal-milan-anni-novanta-al-calcio-di-oggi
Ecco un video con i gol più belli in Serie A di Marco Simone dal Como al Milan: