Uno dei metodi per incrementare la pensione consiste nel fare richiesta dell’Assegno al nucleo familiare (Anf), che è importante evidenziare non è stato abolito con l’entrata in vigore dell’Assegno unico, o almeno non completamente.

In alcuni casi, infatti, è ancora possibile beneficiare degli assegni familiari, i quali vengono concessi anche ai pensionati a condizione che siano iscritti alla cassa previdenziale per lavoratori dipendenti. Gli assegni familiari sulla pensione, pertanto, non sono previsti per i lavoratori autonomi.

Tuttavia, molti pensionati non sono a conoscenza di questa possibilità, che si aggiunge a tutte le altre soluzioni per aumentare l’importo della pensione. A tal proposito, ecco una pratica guida che illustra come non lasciarsi sfuggire questa opportunità e come assicurarsi di percepire l’importo massimo possibile.

Pensioni più alte con gli assegni familiari: requisiti

A differenza dell’Assegno unico universale (Auu), l’Assegno al nucleo familiare (Anf) è riservato esclusivamente ai lavoratori dipendenti o alle famiglie dei pensionati che hanno ricevuto una pensione da lavoro dipendente.

Non viene riconosciuto, quindi, ai pensionati che beneficiano delle specifiche Gestioni speciali per i lavoratori autonomi – come artigiani, commercianti, agricoltori, coloni e mezzadri – ma che hanno comunque diritto a un’altra forma di assistenza, ossia agli Autentici sussidi familiari.

Il Beneficio per il nucleo familiare ha subito notevoli modifiche con l’introduzione dell’Assegno unico universale, limitando l’accesso soltanto ad alcuni membri del nucleo.

La richiesta per l’Assegno al nucleo familiare dall’1 marzo 2022 può essere effettuata solamente dal nucleo familiare composto dal richiedente, ossia il titolare di pensione, più almeno uno tra:

  • coniuge non legalmente ed effettivamente separato;
  • parte di unione civile, non sciolta da unione civile, ai sensi dell’articolo 1, legge 20 maggio 2016, n. 76;
  • fratelli, le sorelle e i nipoti in linea collaterale del richiedente, minori di età o maggiorenni inabili, se orfani di entrambi i genitori e non aventi diritto alla pensione ai superstiti.

Inoltre, va precisato che l’assegno destinato al nucleo familiare non viene erogato nel caso in cui nella famiglia sia presente almeno un figlio di età inferiore ai 21 anni o un figlio con disabilità a carico (indipendentemente dall’età).

Esiste inoltre un requisito legato al reddito che deve essere rispettato: la legge stabilisce che solo i nuclei familiari il cui reddito totale proviene per almeno il 70% dal reddito ottenuto tramite la pensione su cui è richiesto l’assegno, possono usufruire di tale beneficio.

Naturalmente, c’è un limite di reddito oltre il quale non è possibile ricevere l’assegno, il cui valore viene rivisto annualmente e è specificato in una tabella dedicata con tutte le cifre pertinenti (che si possono consultare nel paragrafo successivo). In questo contesto, per poter beneficiare dell’assegno al nucleo familiare, vengono considerati tutti i redditi soggetti all’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) percepiti durante il periodo in cui viene erogata la prestazione, al netto di:

  • detrazioni d’imposta;
  • oneri deducibili;
  • ritenute erariali.

Importo

Diversamente dall’Assegno unico, che copre il periodo da marzo a febbraio dell’anno successivo, l’Assegno al nucleo familiare spazia da luglio a giugno. Pertanto, per il primo semestre del 2024, si devono ancora seguire gli importi indicati nella circolare Inps n. 55 del 2023.

Come evidenziato nella tabella, l’ammontare dell’Assegno è soggetto a variazioni in base a diversi fattori:

  • la configurazione del nucleo familiare;
  • il numero di membri;
  • il reddito totale del nucleo familiare.

In aggiunta, sono previste somme differenziate e fasce di reddito più vantaggiose per coloro che si trovano in condizioni di svantaggio particolare, come nel caso di componenti incapaci al lavoro.

Come fare domanda?

La domanda per ottenere l’Assegno al nucleo familiare pensionistico può essere presentata autonomamente attraverso il portale Inps (il servizio è disponibile qui) o tramite l’assistenza dei caf e dei patronati. È essenziale fornire una dichiarazione che attesti sia la composizione del nucleo familiare che i redditi percepiti.

Inoltre, è fondamentale tenere presente che qualsiasi modifica relativa a uno di questi due aspetti deve essere prontamente comunicata all’Inps entro un periodo di 30 giorni.