Una dura presa di posizione da parte di Papa Francesco, che ha criticato la maternità surrogata e la teoria gender.
Il Pontefice critica maternità surrogata e teoria gender
Papa Francesco oggi 8 gennaio ha ricevuto in udienza il Corpo Diplomatico presso la Santa Sede per gli auguri del nuovo anno, soffermandosi sulla teoria del gender ma anche sulla maternità surrogata. Il Pontefice ha parlato dall’Aula della Benedizione, confrontandosi con i rappresentanti dei 184 Stati impegnati al Vaticano. Un gruppo a cui va aggiunta l’Unione Europea e il Sovrano Militare Ordine di Malta. Le missione diplomatiche presso la Santa Sede attualmente ammontano ad un totale di 91. Il Pontefice nel corso del suo lungo intervento ha trattato vari temi, come ad esempio la piaga dell‘antisemitismo. Francesco tuttavia è fortemente preoccupato anche per le varie situazioni di tensione in Ucraina, Medio Oriente, Africa e nelle sue Americhe.
Papa Francesco contro la pratica dell’utero in affitto
Il Papa sul tema dell’utero in affitto si è espresso così, sottolineando come si tratti di una pratica lesiva per la madre e il figlio.
“La via della pace esige il rispetto della vita, di ogni vita umana. A partire da quella del nascituro nel grembo della madre, che non può essere soppressa né diventare oggetto di mercimonio. Al riguardo ritengo deprecabile la pratica della cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio. Essa è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto. Auspico un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica. In ogni momento della sua esistenza, la vita umana dev’essere preservata e tutelata. Constato con rammarico, specialmente in Occidente, il persistente diffondersi di una cultura della morte, che in nome di una finta pietà scarta bambini, anziani e malati”.
Il Pontefice critica fortemente la teoria del gender
E Francesco ha attaccato duramente proprie la teoria del gender, che a suo giudizio cancella ogni differenza con la pretesa di rendere tutti uguali.
“La via della pace esige il rispetto dei diritti umani, secondo quella semplice ma chiara formulazione contenuta nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Si tratta di principi razionalmente evidenti e comunemente accettati. Purtroppo, i tentativi compiuti negli ultimi decenni di introdurre nuovi diritti, non pienamente consistenti rispetto a quelli originalmente definiti e non sempre accettabili. Questi hanno dato adito a colonizzazioni ideologiche, tra le quali ha un ruolo centrale la teoria del gender che è pericolosissima e cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali. Tali colonizzazioni ideologiche provocano ferite e divisioni tra gli Stati, anziché favorire l’edificazione della pace”.
Il Papa richiama la Comunità Internazionale sul tema delle guerre
Il Papa ha poi proseguito, toccando anche il tema delle guerre che imperversano in Ucraina e Medio Orientre ma non solo. Francesco ha quindi richiamato la Comunità Internazionale ad un maggior impegno per salvaguardare i diritti umani e prevenire le violazioni del diritto internazionale
“Le guerre moderne non si svolgono più solo su campi di battaglia delimitati, né riguardano solamente i soldati. In un contesto in cui sembra non essere osservato più il discernimento tra obiettivi militari e civili, non c’è conflitto che non finisca in qualche modo per colpire indiscriminatamente la popolazione civile. Gli avvenimenti in Ucraina e a Gaza ne sono la prova evidente. Non dobbiamo dimenticare che le violazioni gravi del diritto internazionale umanitario sono crimini di guerra, e che non è sufficiente rilevarli, ma è necessario prevenirli. Occorre dunque un maggiore impegno della Comunità internazionale per la salvaguardia e l’implementazione del diritto umanitario, che sembra essere l’unica via per la tutela della dignità umana in situazioni di scontro bellico. Anche quando si tratta di esercitare il diritto alla legittima difesa, è indispensabile attenersi ad un uso proporzionato della forza”.
Papa Francesco: “Il conflitto a Gaza destabilizza regione fragile”
E sempre sul tema del Medio Oriente, Francesco ha aggiunto:
“Il conflitto in corso a Gaza destabilizza ulteriormente una regione fragile e carica di tensioni. In particolare, non si può dimenticare il popolo siriano, che vive nell’instabilità economica e politica, aggravata dal terremoto del febbraio scorso. La Comunità internazionale incoraggi le parti coinvolte a intraprendere un dialogo costruttivo e serio. Bisogna cercare soluzioni nuove, perché il popolo siriano non abbia più a soffrire a causa delle sanzioni internazionali. Inoltre, esprimo la mia sofferenza per i milioni di rifugiati siriani che ancora si trovano nei Paesi vicini, come la Giordania e il Libano. A quest’ultimo rivolgo un particolare pensiero, esprimendo preoccupazione per la situazione sociale ed economica in cui versa il caro popolo libanese”.
Francesco: “L’antisemitismo è una piaga che va sradicata dalla società”
Il Pontefice in seguito si è soffermato anche sul tema dell’antisemitismo, dati i numerosi atti di violenza compiuti negli ultimi mesi
“Preoccupa particolarmente l’aumento degli atti di antisemitismo verificatisi negli ultimi mesi. Ribadisco ancora una volta che questa piaga va sradicata dalla società, soprattutto con l’educazione alla fraternità e all’accoglienza dell’altro”.
Il Pontefice invoca la Pace fra Armenia e Azerbaigian
Francesco tuttavia si è concentrato anche sulla situazione nel Caucaso Meridionale, dove proseguono le tensioni fra Armenia e Azerbaigian
“Esprimo preoccupazione anche per la tesa situazione nel Caucaso Meridionale tra l’Armenia e l’Azerbaigian, esortando le parti ad arrivare alla firma di un Trattato di pace. È urgente trovare una soluzione alla drammatica situazione umanitaria degli abitanti di quella regione. Tutto ciò per favorire il ritorno degli sfollati alle proprie case in legalità e sicurezza. Si devono rispettare i luoghi di culto delle diverse confessioni religiose ivi presenti. Tali passi potranno contribuire alla creazione di un clima di fiducia tra i due Paesi in vista della tanto desiderata pace”.
Papa Francesco: “Fabbricare armi nucleari è immorale”
Francesco in seguito si è scagliato contro l’ultimo di armi nucleari, la cui fabbricazione è da considerarsi come un atto immorale
“Tra le minacce causate dagli strumenti di morte, non posso poi tralasciare di menzionare quella provocata dagli arsenali nucleari e dallo sviluppo di ordigni sempre più sofisticati e distruttivi. Ribadisco ancora una volta l’immoralità di fabbricare e detenere armi nucleari. Esprimo l’auspicio che si possa giungere al più presto alla ripresa dei negoziati per il riavvio del Piano d’azione congiunto globale, meglio noto come Accordo sul nucleare iraniano. Le guerre possono proseguire grazie all’enorme disponibilità di armi. Occorre perseguire una politica di disarmo, poiché è illusorio pensare che gli armamenti abbiano un valore deterrente”.
Il Pontefice invoca la diminuzione delle risorse per le armi
Francesco ha poi proseguito, auspicando un calo nella produzione di armi
“Piuttosto è vero il contrario: la disponibilità di armi ne incentiva l’uso e ne incrementa la produzione. Le armi creano sfiducia e distolgono risorse. Quante vite si potrebbero salvare con le risorse oggi destinate agli armamenti? Non sarebbe meglio investirle in favore di una vera sicurezza globale? Le sfide del nostro tempo travalicano i confini, come dimostrano le varie crisi che stanno caratterizzando l’inizio del secolo. Reitero la proposta di costituire un Fondo mondiale per eliminare finalmente la fame e promuovere uno sviluppo sostenibile dell’intero pianeta”.
Francesco: “Il Mediterraneo sia un laboratorio di pace”
Il Pontefice ha dedicato spazio anche alla questione relativa alle migrazioni via mare, che causano spesso tragedie soprattutto nel Mediterraneo. Un mare che dal punto di vista del Papa dovrebbe essere un luogo di incontro e pace:
“La vocazione del Mediterraneo non è essere una tomba ma un luogo di incontro e un laboratorio di pace. Le guerre, la povertà e il continuo sfruttamento delle sue risorse sono cause che spingono migliaia di persone ad abbandonare la propria terra. Tutto ciò alla ricerca di un futuro di pace e sicurezza. Nel loro viaggio queste persone mettono a rischio la propria vita su percorsi pericolosi. Questo, purtroppo, è diventato nell’ultimo decennio un grande cimitero, con tragedie che continuano a susseguirsi anche a causa di trafficanti di esseri umani senza scrupoli. Abbiamo davanti persone con volti e nomi, tralasciamo la vocazione propria del Mare Nostrum”.