Fondata da Umberto Bossi nel 1989, la Lega Nord ha rappresentato un punto di svolta nella politica italiana. Nata come aggregazione di movimenti autonomisti del Nord Italia, ha cercato una maggiore autonomia e decentramento da Roma. Inizialmente, sotto l’ispirazione di Bruno Salvadori e l’Union Valdotaine, la Lega Nord si è focalizzata sull’autonomismo e l’etnofederalismo. Con il passare degli anni, sotto la guida di Bossi, il partito si è evoluto, ottenendo seggi parlamentari e influenzando significativamente la politica italiana. L’8 gennaio 1991, la Lega Nord nacque dalla fine della coalizione Lega Lombarda – Alleanza Nord. Oggi sono quindi 33 anni dalla nascita della Lega Nord.

La nascita della Lega Nord e l’evoluzione in 33 anni

Umberto Bossi, il fondatore della Lega, ha giocato un ruolo cruciale nel plasmare la direzione del partito. Partendo dalle sue radici in movimenti di sinistra, si è poi unito alle idee di Salvadori sull’autonomismo e il federalismo. Questo percorso ha portato alla formazione del primo nucleo della Lega Lombarda e, successivamente, alla Lega Nord. Il partito ha iniziato a guadagnare terreno nelle elezioni, espandendosi ben oltre la Lombardia e ottenendo rappresentanza a livello nazionale ed europeo.

Parlando in ordine cronologico, il 1984 segna la nascita della Lega Lombarda, evolutasi poi nella Lega Nord. La visione di Bossi di un Nord Italia unito contro l’omogeneizzazione culturale e il centralismo romano ha trovato riscontro in un crescente sentimento anti-meridionale. Con un forte appello all’identità regionale e alla protezione degli interessi del Nord, la Lega Lombarda ha rapidamente ottenuto successi elettorali, culminando nella creazione della Lega Lombarda – Alleanza Nord nel 1989 e poi, ufficialmente come partito, della Lega Nord nel 1991.

Emergendo come alternativa al “Pentapartito” e ai tradizionali partiti italiani, la Lega Lombarda si è evoluta da un movimento regionale a un partito politico federal-autonomista di portata nazionale. Nel dicembre del 1989, al congresso di Milano 2, la Lega Lombarda ha unito forze con la Liga Veneta, Piemonte Autonomista, Unione Ligure, Lega Emiliano-Romagnola e Alleanza Toscana, creando la Lega Nord. Il partito attinge ispirazione storica dal giuramento dei comuni della Lega Lombarda del 1167, evidenziando il suo impegno verso l’autonomia regionale e il federalismo. Questa nuova formazione politica ha rappresentato diverse regioni italiane come “Nazioni” all’interno di una “Repubblica del Nord”, segnando un cambiamento significativo nella politica italiana.

La crescita della Lega Nord

Nel corso degli anni ’90, la Lega Nord ha guadagnato terreno nel panorama politico italiano e ha visto una crescita significativa durante gli anni di Tangentopoli, un periodo di scandali politici che ha visto il crollo dei partiti tradizionali. La Lega, presentandosi come un partito pulito e lontano dalla corruzione, ha capitalizzato su questo clima di sfiducia, ottenendo risultati elettorali impressionanti nelle elezioni politiche del 1992 e consolidando la sua posizione come una forza politica di rilievo in Italia.

Infatti, nonostante le controversie, come il processo Enimont che vide la condanna di Bossi, il partito ha continuato a crescere, ottenendo l’8,5% dei voti nelle elezioni politiche del 1992 e incrementando significativamente la propria presenza parlamentare. La vittoria di Marco Formentini alle elezioni comunali di Milano nel 1993 ha ulteriormente rafforzato la posizione della Lega come portavoce delle istanze del Nord e sostenitore dell’ideale federalista.

Sotto l’influenza di Gianfranco Miglio, politologo e professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, la Lega Nord ha proposto una riforma costituzionale per trasformare l’Italia in una nazione formata da tre macroregioni (Nord, Centro e Sud) e dalle cinque Regioni a statuto speciale. Questa visione federalista è stata un pilastro fondamentale dell’ideologia del partito, che ha cercato di promuovere l’indipendenza regionale e il decentramento dal governo centrale.

La Lega Nord ha spesso adottato un approccio controverso, caratterizzato da una forte retorica anti-meridionale e da proclami per la secessione e l’autodeterminazione delle regioni. Questo approccio ha creato tensioni sia a livello nazionale che regionale, con la Lega che ha cercato di rappresentare gli interessi del Nord Italia e di contrastare quello che percepiva come l’influenza eccessiva di “Roma ladrona”.

La nascita della Lega Nord e la figura centrale di Umberto Bossi

Umberto Bossi, spesso chiamato “Senatur“, è stato la figura centrale della Lega Nord fin dalla sua fondazione. La sua visione politica e il suo stile di leadership hanno plasmato il partito e il suo impatto sulla politica italiana. Nonostante le controversie e le sfide, la Lega Nord sotto la guida di Bossi ha lasciato un’impronta indelebile sul panorama politico italiano, ridefinendo il discorso politico e sfidando lo status quo.

La vera rivelazione della forza politica della Lega Nord, come detto, avviene con le elezioni del 5 aprile 1992. Il partito fa il suo ingresso trionfale in Parlamento, guadagnando una rappresentanza significativa con 55 deputati e 25 senatori. Umberto Bossi diventa una figura emblematica del partito, facendosi notare per le sue dichiarazioni audaci e gesti provocatori, che catturano l’attenzione dei media e consolidano l’immagine della Lega come una forza politica non convenzionale e ribelle.

Le elezioni politiche del 1994 segnano un’altra svolta per la Lega Nord, che si allea con Silvio Berlusconi per formare il primo governo di centrodestra. In questo governo, la Lega Nord ottiene posizioni chiave, compresi diversi ministeri importanti, e riesce a portare avanti la sua agenda politica, specialmente in materia di federalismo fiscale e politiche sull’immigrazione. Questo periodo vede anche la Lega partecipare attivamente alla vita politica nazionale, cercando di influenzare le politiche a livello centrale da una prospettiva regionale e autonomista.

Dopo la rottura dell’alleanza con Berlusconi e le elezioni politiche del 1996, la Lega Nord acquisisce una posizione ancora più radicale. Il partito, ora identificato come “Lega Nord per l’Indipendenza della Padania“, inizia a perseguire un progetto di secessione per le regioni dell’Italia settentrionale, simboleggiata dalla Padania. Questo periodo è caratterizzato da una serie di iniziative e simbolismi fortemente regionalistici, tra cui l’uso di corna da barbari e riti simbolici come quello dell’ampolla con l’acqua del Po, enfatizzando il loro desiderio di autonomia e indipendenza regionale.

L’era di Matteo Salvini

La Lega Nord ha affrontato diverse sfide e trasformazioni nel corso della sua storia. Dalla lotta contro la corruzione e il malcostume politico italiano, ha progressivamente abbracciato tematiche più ampie, come l’immigrazione e il sovranismo. Queste scelte hanno polarizzato l’opinione pubblica, ma hanno anche consolidato la posizione del partito come forza politica di massa.

Con l’ascesa di Matteo Salvini, la Lega ha subito un’ulteriore trasformazione, passando da un partito principalmente autonomista e regionalista a una forza sovranista a livello nazionale. Questo cambiamento ha portato a un rebranding del partito, con il verde del Carroccio lasciato alle spalle per abbracciare il blu della nuova Lega sovranista.