Al via domani alla Camera dei Deputati la discussione generale sul disegno di legge relativo al “Piano Mattei” per l’Africa da approvare entro il 14 gennaio.

Un approvazione “al buio” quella che si chiede ai deputati italiani, dal momento che sono ancora tanti i dubbi relativi ai contenuti del piano e alle coperture finanziarie. La premier Giorgia Meloni, in conferenza stampa lo scorso 4 gennaio, non si è sbilanciata rimandando alla presentazione ufficiale del piano eventuali aggiornamenti.

Da molti definito una “scatola vuota”, il piano – che ha già ricevuto l’ok del Senato lo scorso 19 dicembre – arriva all’esame dell’emiciclo corredato da un ampio strascico di polemiche legate principalmente ai suoi contenuti, o meglio all’assenza di essi.

Nel disegno di legge licenziato lo scorso novembre dal Consiglio dei Ministri, infatti, si delinea principalmente la governance del progetto con l’istituzione di una cabina di regia sotto il controllo diretto della Presidente del Consiglio, ma non scende nel concreto per quanto concerne l’aspetto operativo.

Domani inizia la discussione entro la fine della settimana si dovrebbe arrivare alla votazione finale (il Governo sembrerebbe intenzionato a porre la fiducia), ma su cosa si dovrà esprimere nel concreto l’emiciclo di Montecitorio? A cosa gli si chiede di dare il via libera definitivo?

Piano Mattei per l’Africa: pochi contenuti e tanti nodi da sciogliere

I nodi legati al “Piano Mattei” in effetti sono numerosi, non si ha notizia ad esempio di nessuno dei progetti che il Governo intende portare avanti nel continente africano. Nel testo al vaglio della Camera vengono delineate le linee guida da seguire e i campi possibili di azione ma nulla più.

E, ancora, non è chiaro neanche in quali stati si intende intervenire. Il continente africano è composto da 54 stati eppure nel piano non viene indicato in quali di essi dovrebbero concentrarsi gli sforzi del piano.

All’articolo 1 comma 3 si chiarisce che il piano prevede strategie territoriali, riferite a specifiche aree del contenente africano senza indicare quali.

Un altro nodo infine è legato alla copertura economica: con quali soldi verrà finanziato il piano?

Piano Mattei per l’Africa, Meloni: “i progetti ci sono ma li svelerò alla presentazione”

Punti che non sono stati chiariti neanche nel corso della conferenza stampa di fine anno da parte della premier che, rispondendo alle domande dei giornalisti circa i contenuti, ha dichiarato che

“C’è sicuramente il tema dell’energia, dello sviluppo energetico. Io non ho nascosto il fatto che ritenga che una strategia che mette insieme l’interesse africano e l’interesse europeo è per esempio l’energia, perché l’Africa è potenzialmente un enorme produttore di energia e l’Europa ha un problema approvvigionamento energetico”.

Il Piano Mattei è da sempre uno dei cavalli di battaglia della premier, un piano che ha il neanche troppo velato duplice obiettivo di contenere i flussi migratori, “aiutandoli a casa loro”, e di aumentare le importazioni di gas. Due obiettivi che non è chiaro come si intendano raggiungere.

“Ma noi lavoriamo anche sulla formazione. C’è tutto il tema dell’acqua in Africa sul quale l’Italia può portare un suo valore aggiunto. Quindi stiamo lavorando su diversi filoni, credo che vadano circoscritti. Ci sono i progetti specifici, ma io non li voglio raccontare prima di presentarlo ufficialmente.”

ha concluso la premier.

Insomma, per conoscere qualcosa in più sul Piano Mattei occorrerà attendere la presentazione ufficiale che probabilmente avverrà nel corso della Conferenza Italia-Africa, alla quale parteciperanno i ministri degli Esteri dei Paesi africani insieme a diversi capi di Stato e di governo. Intanto, però al Parlamento si chiede di votare al buio il via libera al Governo.

Piano Mattei per l’Africa: cosa c’è e cosa non c’è nel disegno di legge

Il provvedimento al vaglio dell’Aula è un documento programmatico e strategico composto da sette articoli nei quali vengono indicati gli ambiti di intervento e le priorità di azione che il Governo intende perseguire lungo una serie di direttrici di sviluppo. L’obiettivo è istituire nuovo partenariato tra Italia e Stati del Continente africano, mediante la promozione di uno sviluppo comune, sostenibile e duratura.

 Il decreto stabilisce la governance del piano con l’istituzione di una cabina di regia che avrà il compito di coordinare i progetti.