Francesca Archibugi è una delle più grandi autrici del cinema italiano, una delle prime a raccontare il grande schermo con lo sguardo femminile  e proprio questa sua grande sensibilità l’ha voluta portare a desiderare di trascrivere “La Storia”. Il romanzo di Elsa Morante pur scritto nel 1974 sembra uscito dalle pagine della nostra contemporaneità per le tematiche della guerra e dello stupro. L’intervista esclusiva su TAG24 realizzata da  Michele Lilla.

La storia, intervista video a Francesca Archibugi

Francesca Archibugi confessa la difficoltà di trascrivere un’opera di questa portata e del grande lavoro che c’è stato dietro: “È sempre difficile perché il regista è il condottiere di una nave e deve stare attento che tutto stia apposto, ma anche sapere qual è la situazione geopolitica del paese in cui andranno ad attraccare. Nel caso di un romanzo così grande del ‘900 e così importante per me mi sono tremati i polsi. Ce l’abbiamo messa tutta tutti insieme”.

Una storia contemporanea con le immagini della guerra e degli sfollati, con il gigantesco conflitto in Medio Oriente a Gaza e Ucraina: “Questa è una storia purtroppo sempre contemporanea più che attuale perché comincia con uno stupro di guerra e ne abbiamo visti in quest’ultimo periodo. La storia è le grandi decisioni dei potenti che sbriciolano le vite delle persone. Questa è una cosa intollerabile ed insopportabile che continua ad essere al centro delle nostre vite. Ci sono persone che vogliono solo vivere in pace, non significa essere sempre felice perché non è possibile”.

Il pensiero sul grande successo di Paola Cortellesi e aneddoto su Monicelli

Il successo straordinario di “C’è ancora domani” e l’esordio di tante donne alla regia, ma anche nei luoghi del potere come dimostra la prima premier Meloni, possono rappresentare un grande cambiamento per la società: “Io spero davvero che il film di Paola Cortellesi abbia dato davvero una spallata al mondo del cinema, perché tendenzialmente ti accorciano la statura. sono 30 anni che lavoro, ho sempre trovato finanziamenti, ma verso la donna c’è quell’aria che la porta ad essere considerata una cadetta rispetto ad un uomo. Il successo di Paola Cortellesi è suo per il suo grande talento, non è giusto che tutti ci mettano le mani sopra, ma essendo anche un grande successo economico speriamo dia questa spallata”.

Francesca Archibugi racconta poi la storia di un aneddoto di quando studiava al Centro Sperimentale: “Monicelli quando studiavo mi chiamava maestro, questo perché ero l’unica regista femmina. Lui aveva già capito che nella vita se esprimi delle  opinioni sei presuntuosa e devi stare lì dimostrando che stai facendo solo il tuo lavoro”.