A Niscemi, in provincia di Caltanisetta, un uomo si è costituito presso il comando dei carabinieri, convinto di aver ucciso la moglie al culmine di un violento litigio. La vittima però è sopravvissuta alla sua furia. Soccorsa dai figli, la donna è stata portata in ospedale, dove le sono state riscontrate fratture al volto e diverse ferite. Qui, ha trovato finalmente il coraggio di denunciare il suo aggressore. Il marito è stato arrestato per maltrattamenti e lesioni aggravate. Un episodio che poteva trasformarsi nell’ennesimo caso di femminicidio.

Caltanisetta, si costituisce a Niscemi dopo aggressione alla moglie: “Non volevo farle così male, l’ho ammazzata!”

Lo scorso 3 gennaio, un uomo si è recato presso la caserma dei carabinieri di Niscemi, in provincia di Caltanisetta, per costituirsi. Il reo confesso era convinto di aver ucciso la moglie dopo l’ennesimo litigio. Un’aggressione di inaudita violenza, compiuta di fronte agli occhi dei figli della coppia, che hanno cercato di frenare la furia del padre. “L’ho fatta grossa questa volta, ho esagerato, non volevo farle così male, l’ho ammazzata” avrebbe confessato in stato di evidente alterazione e con gli abiti sporchi di sangue.

Alla fine della furibonda lite, la donna era infatti rimasta priva di sensi sul pavimento della loro abitazione. L’aggressione era stata scatenata da una semplice richiesta della consorte, che chiedeva conto al marito di un suo ritardo. Il tragico episodio è stato solo l’ultimo in ordine di tempo tra le mure di quella casa, teatro di continue vessazioni e maltrattamenti nei confronti della donna. Dopo l’accaduto, i figli hanno portato la madre in ospedale con l’aiuto di una zia. Qui le sono state riscontrate fratture al volto, la rottura di alcuni denti e diverse ferite.

Dopo anni di violenze, la donna ha finalmente denunciato il consorte: arrestato

L’uomo avrebbe colpito la moglie con la gamba di legno di un tavolo, che si era rotto durante la colluttazione. I colpi inferti hanno fatto accasciare la donna sul pavimento, svenuta. Solo l’intervento dei figli ha evitato che l’episodio si trasformasse nell’ennesimo caso di femminicidio.

Ripresasi dall’aggressione, la vittima ha finalmente trovato il coraggio di denunciare il marito, ponendo fine a anni di violenze e minacce. Le botte non si erano mai fermate, neanche quando la donna aspettava il loro secondo figlio. Adesso l’uomo è stato tradotto in carcere, con un provvedimento convalidato dal gip del Tribunale di Gela, Fabrizio Giannola.