Per chi intende trarre profitto dal commercio in criptovalute, l’exchange rappresenta il vero e proprio portale d’accesso al settore. Gli scambi, infatti, rappresentano le piazze telematiche in cui si vengono ad incrociare la domanda e l’offerta di valuta virtuale.

Gli exchange che operano sul mercato sono molti e già questo dovrebbe spingere gli interessati a cercare di capire quale sia quello da preferire agli altri. Le piattaforme di scambio, infatti, non sono tutte eguali. Se portano avanti la stessa funzione, lo fanno con modalità diverse e con standard qualitativi che possono differire in maniera profonda. Senza contare il discorso costi, da cui dipende in buona parte la reale convenienza di una transazione.

In questa breve recensione cercheremo quindi di capire quali sono i criteri da seguire per riuscire a individuare un exchange di criptovalute in grado di rivelarsi non solo conveniente, ma anche sicuro.

Exchange di criptovalute: cosa sono?

Per exchange di criptovalute si intende una piattaforma operante sul web in cui avvengono a qualsiasi ora contrattazioni concernenti asset virtuali. Chi intende utilizzarli deve aprire un conto al loro interno, operare la conversione di valuta reale (dollari, euro o altro) in criptovaluta e, una volta ricevuta quest’ultima, per l’importo desiderato, trasferirla all’interno del proprio wallet.

Per quanto riguarda gli exchange centralizzati (CEX), l’apertura del conto obbliga a rilasciare dati personali che saranno oggetto di verifica, sulla base dei regolamenti Know Your Customer (KYC). Si tratta in pratica delle leggi internazionali tese a impedire che queste strutture possano essere utilizzate per alimentare l’economia criminale. Un obbligo che non sussiste per quelli decentralizzati, scavando un diversità rilevante.

Ora che abbiamo capito meglio cosa sia un exchange, resta da capire quali sono i fattori che bisogna privilegiare in fase di scelta. Una cernita che, comunque, non assicura del tutto gli utenti interessati a fare trading di criptovaluta. Nel passato più o meno recente, un gran numero di investitori è infatti stata travolta dal clamoroso crac dell’exchange che avevano scelto. I casi più clamorosi possono essere considerati quelli di Mt. Gox, nel 2014, e di FTX, nel 2022. In entrambi i casi sono scomparsi miliardi di dollari, che sono stati soltanto parzialmente recuperati.

Scegliere il proprio exchange di criptovalute: quali i fattori da privilegiare?

Nella scelta di uno scambio, il primo fattore da tenere presente non può che essere considerato l’affidabilità. Proprio alla luce delle vicende che abbiamo ricordato, occorre individuare una piattaforma che possa garantire non solo di non sparire da un giorno all’altro, come accaduto ad esempio nel caso di Quadriga CX, ma anche di non bloccare i fondi o utilizzare pratiche poco trasparenti.

Un secondo fattore da privilegiare è poi quello relativo alla convenienza in termini di costi. Ogni exchange fa pagare commissioni di transazione (che può partire dallo 0,5% e arrivare al 55), costi di deposito (zero sui bonifici, ma tra il 2 e il 5% sui versamenti con carta di credito) e tariffe di prelievo che possono arrivare a 10 euro per il trasferimento di Bitcoin nel wallet e attestarsi in molti casi sotto 1 euro.

Un terzo fattore cui si dovrebbe prestare molta attenzione è poi rappresentato dalla giurisdizione cui fa riferimento lo scambio. In alcuni casi, infatti, le licenze sono quelle di paradisi fiscali e già questo dovrebbe consigliare a restare alla larga i trader più assennati.

DEX o CEX?

C’è però un fattore che è sempre più tenuto in considerazione dagli investitori, quello rappresentato dalla centralizzazione o meno dell’exchange. Negli scambi centralizzati (CEX), infatti, gli utenti devono rilasciare le chiavi private e, di conseguenza, il controllo delle criptovalute commerciate alla piattaforma. Nel caso in cui questa fallisce, molto difficilmente rientreranno in possesso del proprio tesoro virtuale.

Nel caso dei DEX, invece, il controllo rimane completamente nelle mani dell’utente. Gli basta collegare il suo wallet alla piattaforma per operare scambi peer-to-peer (P2P) su qualsiasi genere di token. A fronte di questo vantaggio, occorre però sottolineare come gli scambi decentralizzati siano più complicati da utilizzare, rivelandosi quindi non ideali per i trader alle prime armi.

Anche in questo caso, quindi, occorre mettere le proprie esigenze alla base della scelta, in modo da non aggiungere ulteriori complicazioni ad un’attività, il trading di criptovalute, che è già molto complicata di suo.