In Iran continuano i soprusi contro le donne: una ragazza, Roya Heshmati, dopo aver pubblicato una foto in cui non indossava il velo previsto dalla sharia – la legge islamica – ha ricevuto 74 frustate con l’accusa di “attentato ai pubblici costumi” e la condanna al pagamento di un’ammenda.

Iran, 74 frustate per Roya Heshmati

La notizia arriva dal Mizan Online, un organo di informazione giudiziario iraniano: una donna di 33 anni, Roya Heshmati, in Iran ha ricevuto una condanna che prevede di essere sottoposta a 74 frustate e al pagamento di una somma di denaro per avere violato le leggi del Corano.

La 33enne è stata accusata e arrestata nello scorso aprile 2023, secondo quanto dichiarato dalla sua legale, Maziar Tatati, per aver pubblicato una foto sui social senza indossare il velo.

“Non ho contato i colpi: cantavo in nome della donna, in nome della vita”: queste sono le parole che Roya ha scritto su Facebook mentre racconta dell’esperienza che ha vissuto mentre riceveva le frustate sulla sua schiena, sui glutei, sulle gambe come punizione per non aver indossato l’hijab.

Il racconto di Roya

Il 3 gennaio 2024 Roya Heshmati, una donna che abita in Iran, ha ricevuto la punizione prevista dalle leggi della sharia per non aver indossato il velo in una foto che aveva pubblicato sui social: 74 colpi di frusta e il pagamento di una multa è quanto sancisce la normativa dello Stato per chi si macchia del reato di “attentato ai pubblici costumi”.

Roya ha deciso di rendere pubblica la sua storia su Facebook per rendere partecipi le persone degli orrori che le donne sono costrette a vivere in Iran. La ragazza ha raccontato di essere stata condotta in una sorta di camera delle torture dove:

“Si è aperta una porta di ferro cigolando, rivelando una stanza con pareti di cemento. In fondo un letto dotato di manette e fasce di ferro saldate su entrambi i lati. Al centro della stanza un dispositivo di ferro simile a un grande cavalletto, completo di alloggiamenti per le manette e una legatura di ferro arrugginito al centro”.

Proprio su quel letto, a Teheran, Roya è stata fatta sdraiare dopo essere stata ammanettata e dopo che una donna dipendente del tribunale, le ha infilato con prepotenza sulla testa l’hijab.