A settembre 2023, Intesa Sanpaolo, una delle principali banche italiane per capitalizzazione di mercato insieme a Unicredit, ha lanciato sul mercato un bond perpetuo. Questo tipo di obbligazione rientra nella categoria Additional Tier 1 (AT1) e ha raggiunto un valore di emissione di 1,25 miliardi di euro. Ciò che emerge in modo evidente da questo bond è l’alta cedola annua lorda del 9,125%. Una cedola estremamente generosa e allettante, ma non bisogna dimenticare che non sempre ciò che brilla è oro. Ecco una panoramica dei vantaggi e degli svantaggi di questa obbligazione, aperta anche agli investitori privati.
Bond perpetuo di Intesa Sanpaolo con cedola al 9%, conviene?
Il bond perpetuo (ISIN: XS2678939427), come suggerisce il nome stesso, non presenta una data di scadenza definita. Tuttavia, l’emittente ha la possibilità di rimborsarlo dal 7 settembre 2029 fino al 7 marzo 2030. Se il rimborso non viene effettuato, la cedola passa da un tasso fisso a uno variabile. Inoltre, in situazioni di crisi bancaria, il bond potrebbe essere convertito in azioni.
Queste peculiarità rendono questo tipo di obbligazione perpetua un investimento ad alto rischio, poiché l’investitore potrebbe perdere totalmente o parzialmente il capitale investito. Tuttavia, tra novembre e dicembre, i prezzi di questo bond hanno registrato un notevole aumento. Il valore dell’obbligazione è salito da 100 centesimi a 109,7 centesimi al momento della stesura di questo articolo.
Svantaggi del bond
Ci sono anche altri due aspetti limitanti: sebbene l’idea di ottenere una cedola del 9,125% per un lungo periodo possa sembrare allettante, i rischi di perdita sono elevati. Inoltre, questo bond non è quotato sulla Borsa italiana, bensì su quella tedesca, e richiede un importo minimo di 200.000 euro nominali per l’acquisto.