Anche la blockchain ha scoperto il mutamento climatico, con una serie crescente di progetti che mirano a dare una risposta decentralizzata ai problemi di approvvigionamento energetico. Tra quelli i quali hanno catturato l’attenzione dei criptofans un posto di rilievo spetta sicuramente a IMPT.
Sostenuto da gruppi e investitori a livello globale interessati a ridurre le emissioni di carbonio ha destato grande interesse sin dal suo esordio, con un ottimo riscontro in sede di prevendita, con un milione di dollari raccolto nel breve arco di 72 ore e oltre 15 nelle altre due fasi previste. Andiamo quindi a cercare di capire quale sia la risposta che IMPT si propone di dare ad un problema sempre più avvertito dall’opinione pubblica.
IMPT: di cosa si tratta
IMPT.io è un protocollo che si propone un obiettivo ben preciso: rivoluzionare il mercato della compensazione delle emissioni di carbonio facendo leva sulla tokenizzazione dei crediti di carbonio. Ovvero di quei certificati, corrispondenti a una tonnellata di CO2 non emessa o assorbita, i quali possono essere acquistati da aziende e istituzioni al fine di contribuire alla realizzazione di progetti compensativi di tutela ambientale.
Le aziende o le organizzazioni che li acquistano, sono in pratica quelle che non possono oppure non riescono a ridurre o eliminare completamente le proprie emissioni di CO2. Per compensare il danno arrecato a livello ambientale possono però acquisire questi speciali titoli da enti esterni certificati, in maniera tale da contribuire al finanziamento di progetti di efficientamento energetico, forestazione o produzione di energia pulita.
La maggior parte dei progetti sostenuti mediante questo strumento sono destinati ai Paesi in via di sviluppo, in maniera tale da ridurre il divario tra quelli ricchi e poveri, favorendo al contempo la decarbonizzazione su scala globale.
Come funziona IMPT
IMPT si propone di trasferire il processo appena descritto sulla blockchain. In tal modo le azioni messe in campo possono assumere maggiore trasparenza, sicurezza e convenienza. Gli utenti possono ritirare i loro crediti di carbonio all’interno del protocollo e ricevere in cambio NFT (Non Fungible Token) gratuiti.
Ognuno di loro può anche provvedere ad un attento monitoraggio del proprio impatto ambientale all’interno del protocollo, espresso sotto forma di un punteggio IMPT. A gestire il tutto una DAO (Decentralized Autonomous Organization), cui spetta il compito di fornire gli input che il progetto deve rispettare, oltre a decidere quali aziende possano esservi associate.
A fungere da token di servizio è IMPT, il cui possesso consente anche la partecipazione ai processi decisionali interni alla rete. Si tratta di un token ERC-20, basato quindi sulla blockchain di Ethereum. Una scelta non certo casuale, considerato come grazie al Merge e al passaggio dal Proof-of-Work al Proof-of-Stake le sue emissioni siano state ridotte drasticamente.
Per capire l’accoglienza che è stata riservata al progetto, basterà ricordare a questo punto che già nel corso del 2022 oltre 25mila aziende di ogni parte del globo avevano deciso di far parte della rete. Per farlo premiano la propria clientela restituendo loro token IMPT in qualità di cashback per gli acquisti condotti a termine.
Le prospettive di IMPT
Per capire le prospettive di IMPT, occorre a questo punto sottolineare che il mercato dei carbon credits varrà oltre 100 miliardi di dollari, nel 2030. A sostenerlo è un rapporto elaborato da Bloomberg, che non sembra molto lontano dalla realtà.
La spasmodica attenzione dell’opinione pubblica verso le questioni ambientali è del resto stata intercettata dal settore blockchain. Molte aziende dedite all’innovazione finanziaria hanno compreso le opportunità che possono aprirsi sfruttando un filone di questo genere. IMPT ha beneficiato al massimo di questa corrente di simpatia, come dimostra il risultato della pre-vendita. Non stupirebbe eccessivamente, quindi, una sua esplosione nell’immediato futuro.