Quanto conviene il riscatto della laurea per andare in pensione nel 2024 con la quota 103? Il quesito si presta a varie ipotesi e valutazione da fare, tenendo in considerazione il sistema previdenziale di provenienza del contribuente (ad esempio, il misto o retributivo, o contributivo puro), il metodo di calcolo del riscatto e il tipo di lavoro.
Nel caso di un lavoratore dell’artigianato, e per il tipo di canale di pensione anticipata che si vuole agganciare, si presume che il contribuente abbia iniziato a versare all’Inps prima del 1996. Infatti, la quota 103, oltre all’età minima di 62 anni, prevede una contribuzione pari ad almeno 41 anni di contributi.
Con il riscatto della laurea si punta ad abbassare questo secondo requisito per arrivare a 37 o 36 anni di contributi versati.
Riscatto laurea per andare in pensione nel 2024 con quota 103: quanto conviene?
La convenienza del riscatto della laurea per andare in pensione prima con la quota 103 necessita di varie valutazioni da farsi. Come anticipato, è necessario capire quali sono i periodi da riscattare e la situazione previdenziale di chi ponga la domanda di riscatto. Chi ha intenzione di uscire dal lavoro nel 2024 con la quota 103, necessita di un lungo periodo di contributi versati. Esattamente 41 anni che collocano, il lavoratore, nel sistema previdenziale misto o retributivo, in ogni caso prima del 1996.
Con il riscatto si punta ad avere un periodo di agevolazione sul numero di anni di contributi di quattro o cinque anni, pari agli anni di corso previsti dall’università. Se il lavoratore rientra nel sistema misto o retributivo, il metodo di riscatto della laurea (anche ai fini della determinazione del costo dell’operazione) è quello della riserva matematica.
Il costo, dunque, è determinato in base al differenziale tra la pensione annua pagata dall’Inps con il riscatto della laurea rispetto a quella versata senza il riscatto. Alla differenza si applicano dei coefficienti variabili in base all’età, al sesso, al numero di anni di contributi versati. Tali coefficienti si possono reperire nella tabella allegata al decreto del ministero del Lavoro del 31 agosto 1997.
Riscatto laurea 2024 per pensione quota 103, come considerare gli anni di studi in base alla loro collocazione
Il metodo di calcolo della riserva matematica ai fini del riscatto della laurea comporta un costo di norma elevato. A questo punto, il contribuente può valutare se ricorrere a un’opzione che la legge gli concede, ovvero al cambio del proprio sistema previdenziale verso il meccanismo contributivo puro, per calcolare l’onere del riscatto della laurea con il sistema ordinario o con quello agevolato.
Procedendo in questo modo, l’onere del riscatto dei periodi di studi precedenti al 1996 prevederebbe un calcolo basato sulla retribuzione ottenuta nei dodici mesi precedenti quello della domanda all’Inps da moltiplicare per la percentuale contributiva (per gli artigiani, pari al 24 per cento). Il risultato va rapportato per gli anni del corso di laurea da riscattare.
Si può scegliere il riscatto agevolato della laurea con la base imponibile pari al minimale dei commercianti e degli artigiani, pari a 17.504 euro nel 2023, da moltiplicare per il 33% e rapportando gli anni di studi universitari.
Metodo ordinario o agevolato, quale scegliere?
Le due opzioni sono quasi uguali se non fosse per la percentuale (del 24% o del 33%) da utilizzare nel calcolo. Solo se gli anni di riscatto fossero collocati tutti dopo il 1995 il lavoratore non dovrebbe scegliere il calcolo interamente contributivo e la pensione seguirebbe il calcolo del sistema misto, con gli anni fino al 1995 conteggiati come retributivi e, quindi, più convenienti.
In tal caso, il contribuente dovrebbe scegliere come conteggiare il costo del riscatto con la percentuale del 24% (nel caso del riscatto ordinario), o del 33% per il riscatto agevolato (decreto 4 del 2019).
Da ultimo, pubblichiamo il caso di un lavoratore che può uscire nel 2024 con la quota 103 del 2023 grazie al riscatto della laurea.