A Feltre, un comune della provincia di Belluno, in Veneto, è stata emessa una sentenza di carattere storico: un giudice ha deciso di revocare la patria potestà di un padre che per anni non h pagato gli alimenti spettanti ai figli.

Feltre, padre non pagava alimenti: il giudice toglie la patria potestà

In provincia di Belluno, a Feltre, un padre da anni non versava gli alimenti che spettavano ai suoi due figli, nati circa dieci anni fa e residenti nel piccolo comune. Non aveva mai prestato troppa attenzione alla famiglia e alla fine l’uomo non è riuscito a mantenere il cognome per i propri figli, perdendo la patria potestà.

I ragazzi avrebbero avuto problemi di salute da piccoli e di loro si è sempre presa cura la mamma, insieme al nuovo compagno. Il padre biologico, al momento della loro nascita, era sposato con la madre, ma non si sarebbe mai interessato a loro.

La coppia ha successivamente deciso di separarsi e l’uomo si è trasferito in un’altra città, allontanandosi dal nucleo famigliare. Si è poi rifatto una vita, sposando un’altra donna da cui ha avuto due figli. Dopodiché si è recato all’estero, dove ha intrapreso un nuovo lavoro, una nuova relazione con una donna che aveva già due figli.

La decisione del Tribunale dei Minori di Venezia

Arriva la sentenza del Tribunale per i Minori di Venezia che in merito alla condizione dei ragazzi di Feltre, lasciati soli dal padre biologico, dichiara:

“Dal 2017 l’uomo non vedeva i propri figli: non può perciò dirsi un padre esercente la responsabilità genitoriale”.

Il Tribunale ha così disposto la cancellazione del cognome del padre e ha disposto la possibilità di adottare i due ragazzi da parte del nuovo compagno della madre. Il papà biologico tentato di rivalersi ma non c’è stato più nulla da fare.

La madre si è avvalsa dell’aiuto dell’avvocato Roberta Resenterra nella causa e ha provveduto alla crescita dei ragazzi, venuti al mondo con problemi di salute.

Il Tribunale inoltre in merito alla condizione di estraneo ormai del padre biologico per i due giovani ha dichiarato:

“Non corrisponde all’interesse dei minori acquisire, per effetto dell’adozione, un cognome che essi hanno dimostrato di non volere più”.

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