La Serie A chiede a gran voce l’abolizione del Decreto Dignità con un ritorno degli sponsor per le scommesse. Un pressing importante sul governo per allontanare le limitazioni imposte in passato.

La Serie A rivuole gli sponsor per le scommesse

Dopo la mancata proroga per il Decreto Crescita che agevolava sgravi fiscali per le società italiane, la Serie A ora chiede l’intervento immediato per abolire il Decreto Dignità al fine di reintegrare gli sponsor per le scommesse.

Dal 1° gennaio 2024, infatti, il campionato italiano ha salutato il Decreto Crescita, volto a diminuire le tasse per agevolare le operazioni di mercato e societarie, con validità retroattiva fino alla finestra estiva: ciò significa che non soltanto i club hanno dovuto rivedere le proprie priorità di mercato da qui in avanti per i prossimi mesi ma anche in ottica dell’ultimo calciomercato estivo.

Una mossa del governo che non è certamente stata vista di buon occhio da tutta la Serie A che adesso chiede a gran voce di cancellare il Decreto Dignità, o quantomeno rivederlo su alcuni punti fondamentali per gli equilibri economici.

Così il campionato italiano spera si possa intervenire tempestivamente per permettere agli sponsor sulle scommesse di rientrare in gioco. Un ritorno che dopo l’abolizione del Decreto Crescita darebbe ampio respiro alle società calcistiche pronte ad ricevere introiti in percentuale dalle scommesse generate dal calcio.

L’interesse verte non soltanto sugli sponsor generici ma anche quelli per le maglie, con le società pronte ad accogliere il ritorno di casinò online e siti di scommesse. A proposito di novità, la prossima settimana Abodi – Ministro per lo sport e i giovani – avrà un incontro con al MEF.

Al Ministero dell’Economia e delle Finanze saranno valutate e prese in rassegna tutte le possibilità per accontentare sia la Serie A che il governo. Non è da escludere che si apra un dialogo tra gli operatori betting stessi, l’esecutivo e i rappresentati del mondo del calcio.

Sul tavolo non verranno inserite soltanto le trattative riguardo un accordo sugli sponsor delle scommesse ma anche introiti per la costruzione di nuovi stadi, un aiuto che le società accoglierebbero a braccia aperte e che potrebbe essere la chiave di volta per sbloccare le pretese avanzate dalla Serie A.

Oltre gli stadi potrebbero essere oggetto di discussione anche sgravi fiscali, con un nuovo decreto plasmato in base alle esigenze non soltanto delle società ma anche del governo stesso. L’alleggerimento delle tassazioni sarebbe il risultato di un provvedimento studiato ad hoc per essere inserito contestualmente al processo di riforma fiscale al fine di ridurre le tasse non soltanto nel calcio ma per tutti gli italiani.

Qualora dovessero davvero avanzare queste proposte le società potrebbero realmente considerare le alternative e sarebbero spinte ad accogliere con buona volontà il proseguo del Decreto Dignità.

L’origine del Decreto Dignità

Bisogna tornare al 2018 quando il Movimento 5 Stelle ha voluto il Decreto al fine di combattere la ludopatia. Con questa disposizione, dunque, si è vietato la pratica di pubblicizzazione durante tutte le manifestazioni e le competizioni sportive, culturali o artistiche, sia direttamente che indirettamente, con giochi o scommesse che hanno in palio denaro.

Il risultato è stato che il calcio italiano ha perso circa 100 milioni di euro a stagione da quando il Decreto è stato messo in atto. Al momento dell’entrata in vigore dell’ordinanza erano ben 15 le squadre che avevano accordi commerciali con operatori di scommesse.

Una richiesta per cancellare il decreto era già arrivata durante il Covid, colpa di una crisi economica che aveva piegato non soltanto il calcio italiano ma anche quello mondiale. L’istanza, però, non è stata accolta e così il Decreto Dignità è rimasto attivo fino ad oggi.