Il 2023 ha segnato la regione con devastanti incendi, poi il maltempo ha causato frane e allagamenti e ora la crisi idrica in Sicilia ha spinto le autorità a mettere in atto il piano di razionamento delle forniture idriche. Un problema, ormai, divenuto endemico e che scandisce la quotidianità di molte città siciliane.

Allarme siccità in Sicilia: scatta il razionamento d’acqua

L’allarme è scattato a seguito dell’analisi del livello dei volumi d’acqua negli invasi di Fanaco e Leone. A causa della siccità, infatti, l’acqua è calata al di sotto del livello di guardia. L’Autorità di bacino ha fatto scattare il piano di razionamento delle forniture idriche nei Comuni serviti dall’azienda Siciliacque.

Da lunedì 8 gennaio Siciliacque ridurrà la portata dell’acqua del 10-15% in ben 39 Comuni. Destinatari del provvedimento due Consorzi di Bonifica: Agrigento 3 e Caltanissetta 4. Invece, le province coinvolte sono quelle direttamente collegate all’invaso di Fanaco:

  • Agrigento
  • Caltanissetta
  • Palermo

Dopo il 12 gennaio, data in cui saranno ultimati gli interventi sul sistema di acquedotti Garcia, saranno oggetto del razionamento anche 15 Comuni della provincia di Trapani. Le misure saranno adottate per far fronte alla crisi idrica che piaga la regione, ormai, da qualche anno e che, secondo molti, è uno scandalo visto l’impegno del governo per la costruzione del Ponte sullo Stretto.

L’analisi dell’Osservatorio sugli utilizzi idrici siciliani

L’Osservatorio sugli utilizzi idrici del distretto idrografico della Sicilia ha esaminato nell’ultima seduta il piano di razionamento e le prospettive future della regione. I prossimi passi saranno nuove trivellazioni per un pozzo attraverso cui attingere alla falda del Favara di Burgio, che permetterà di ottenere altri 40 litri al secondo di acqua.

Purtroppo, le procedure burocratiche richiedono molto tempo: si parla di un iter della durata di oltre un anno. La società che al momento si occupa della distribuzione del servizio idrico ha inviato una nota all’Autorità del Bacino:

È stato chiesto all’Autorità di Bacino di trovare un percorso autorizzatorio, anche per un uso transitorio, che accorci i tempi per la nuova trivellazione

Previsto anche un secondo intervento che riguarda il prelievo di acqua dalla diga Ragoleto, a Gela. La diga è gestita dalla raffineria Eni e avrebbe a disposizioni ingenti quantità d’acqua, pertanto è stata inoltrata all’azienda una richiesta formale.

Il terzo provvedimento, infine, riguarda il ripristino di tre pozzi in contrada Zacchia a Prizzi da parte di Siciliacque. Tali pozzi risultano abbandonati da trent’anni e appartenevano all’Eas, l’Ente acquedotti siciliani, messo in liquidazione coatta dalla Regione. Sommando la portata dell’acqua dei tre siti, si potrebbero ottenere altri 30 litri al secondo.