Emergenza ambientale in Galizia. La costa della regione, nel nord-est della Spagna, è stata “imbiancata” da una marea di palline di plastica. Alla metà di dicembre, un cargo che transitava nelle acque al largo del Portogallo settentrionale ha perso parte del suo carico, contenente pellet di polietilene, polipropilene e poliestere per utilizzo industriale. Ora, il materiale plastico, dopo aver invaso il mare, ha raggiunto le spiagge spagnole, producendo un surreale “effetto nevicata”. Ma la suggestione visiva nasconde una terribile minaccia per l’ecosistema. Da giorni, volontari e pescatori della zona sono al lavoro per scongiurare la catastrofe ambientale. Mentre nelle sedi istituzionali si discute sulle scelte più opportune in materia di combustibili fossili, nel mondo gli ambientalisti combattono le loro battaglie quotidiane sul campo. In prima linea nell’emergenza galiziana l’associazione Noia Limpa.

Spiagge “imbiancate” da palline di plastica in Galizia: recuperati 900 chili dalle organizzazioni ambientaliste

Le zone costiere più colpite dall’invasione di plastica sono le spiagge degli estuari di Muros e Noia, nelle Rias Baixas, in provincia di La Coruna. Come indicato dal quotidiano spagnolo El País, la dispersione del materiale industriale è avvenuto al largo di Viana do Castelo, in Portogallo. Una nave cargo ha perso parte del contenuto di sei container. Già dalla metà di dicembre, le spiagge della Galizia sono state invase sia da palline industriali sfuse, sia da interi sacchi di materiale sui quali è riportato il nome dell’azienda produttrice, la Bedeko Europe.

La società si è messa subito a disposizione per recuperare il carico, ma fino ad ora la maggior parte del lavoro di ripulitura delle spiagge è stato svolto dalle organizzazioni ambientaliste spagnole. Tra queste, la Noia Limpa è in prima linea al fianco dei pescatori della zona per scongiurare l’aggravarsi dei danni ambientali prodotti dall’incidente. L’organizzazione ha dichiarato che, nelle prime settimane di intervento sulle coste galiziane, sono stati già raccolti 60 sacchi di materiale plastico da 15 chili ognuno, per un totale di 900 chili.

Danno incalcolabile all’ecositema della Galizia

La maggiore pericolosità dell’accaduto deriva dalla dispersione delle palline, che hanno un diametro di 5 millimetri. Se molti sacchi sono arrivati integri sulle coste, altrettanti si sono rotti, immettendo nelle acque ingenti quantitativi di materiale plastico. Una volta giunta sulle spiagge, la microplastica si amalgama con la sabbia, rendendo molto difficili le operazioni di recupero e pulizia. Per non parlare del danno causato all’ecosistema marino.

L‘associazione ambientalista Difesa Ecologica di Galizia (Adega) ha dato particolare risalto al pericolo che minaccia tanto l’ambiente della regione quanto la salute dei suoi abitanti. “Le microplastiche potrebbero finire nella nostra catena alimentare e pregiudicare la biodiversità“, precisano gli ambientalisti.

Protestano gli ambientalisti: “Inaccettabili i ritardi delle autorità nella rimozione delle microplastiche”

Mentre residenti e organizzazioni di volontari si danno da fare per ripulire le spiagge, il governo spagnolo e le amministrazioni locali hanno annunciato la messa a punto di un piano di emergenza. Da più parti, arriva netta la protesta degli ambientalisti, che denunciano i ritardi degli amministratori e le collusioni con le grandi aziende. Sull’intervento flemmatico delle autorità tuona l’Adega, affermando che il primo allarme è stato dato già dal 15 dicembre. Da quella data “Nulla è stato fatto per verificare l’impatto ambientale dello sversamento e procedere alla rimozione delle microplastiche”. Mentre sui social, lo slogan “La difesa della terra è legittima difesa!” incalza l’indignazione degli attivisti.

Già nel novembre del 2022 la petroliera Prestige, battente bandiera delle Bahamas, aveva sversato 60mila tonnellate di greggio nel mare antistante le coste della Galizia, creando un’analoga emergenza ambientale. La regione risulta particolarmente bersagliata da fenomeni di questo tipo. Le navi mercantili che percorrono quel tratto di mare, infatti, perdono spesso il loro carico a causa di tempeste e forti correnti. Per evitare che in futuro si ripeta quanto successo nell’ultimo mese, Noia Limpa invoca la regolamentazione del trasporto di materiale plastico, oltre alla messa a punto di protocolli tempestivi di intervento in caso di disastro ambientale.

Se le microplastiche non saranno raccolte dal mare e dalle spiagge, potrebbero finire nella nostra catena alimentare, ingerite dalla fauna marina, oltre a costituire un nuovo attacco inquinante al nostro litorale e alla biodiversità. Da quando è stato dato l’allarme, lo scorso 15 dicembre, nulla è stato fatto per verificare l’impatto ambientale dello sversamento, individuare i punti di contaminazione e procedere alla rimozione delle microplastiche

Nota dell’associazione ambientalista Difesa Ecologica di Galizia (Adega)